“Sappiamo con esattezza e documentazione alla mano che episodi
assimilabili a quelli di Bibbiano sono accaduti e stanno accadendo anche nelle
Marche”. Sono parole di Marzia Malaigia, Consigliere Regionale della Lega, che
ha presentato un’apposita interrogazione in Consiglio Regionale per conoscere
la situazione nelle Marche circa l’affido sui minori. Analoga azione è stata
svolta dal Consigliere di Fratelli d’Italia, Elena Leonardi, ed entrambe si
sono dette, uscendo sulla stampa, del tutto insoddisfatte della risposta
fornita dall’assessore Anna Casini, che rispondeva in vece del Presidente
Ceriscioli, in quel caso assente.
Se la Leonardi
si dice preoccupata per i numeri forniti dalla Casini, soprattutto per i 5
milioni e mezzo che annualmente si spendono per le strutture di accoglienza,
cifra che testimonia la vastità del problema, La Malaigia va oltre e parla
specificamente di “moltissime famiglie, alle quali viene impedito di poter
crescere o anche avere informazioni sui propri figli, per via di sentenze
incomprensibili o quantomeno discutibili da parte del Tribunale dei Minori”. Se
i dati sono questi, la situazione è davvero preoccupante.
Preoccupante
anche perché, come afferma la Leonardi, le strutture di accoglienza dei minori
in affido “non si sa se sono monitorate e che cosa risulta
da eventuali controlli”, accusa pesante perché è fondamentale che, oltre le
decisioni e le sentenze, si tenga in costante monitoraggio come poi i bambini
vivano e crescano, anche in considerazione del trauma subito nell’essere
strappati alle famiglie di origine.
Ma, soprattutto, è l’apparente facilità con la
quale i bambini vengano sottratti dal contesto familiare. Secondo Marzia
Malaigia, “solo
in casi estremi di violenze, abusi, mancanza di cure o stati di abbandono, si
può ricorrere ad un allontanamento, che non deve essere una misura che provochi
un ulteriore trauma o un distacco definitivo, ma possibilmente un provvedimento
transitorio, in supporto e non in contrasto alla famiglia”. E forse è questo il
punto: occorre mettere in campo quegli strumenti che sostengano le famiglie in
difficoltà e che mantengano il più possibile stabile il quadro familiare, nell’intento
di rimuovere i fattori di rischio per i minori. Solo nel caso che questo non
sia possibile, si dovrebbe intervenire con l’affido.
C’è
un “Tavolo dei minori fuori della famiglia di origine”, organismo che
dovrebbe monitorare e raccogliere i dati sulla situazione dei 1500 minori dati
in affido, ma che, secondo Elena Leonardi, non ha ancora fornito “modalità
organizzative e gestionali, come ammette lo stesso assessore”. “L’obiettivo
primario deve essere sempre il benessere psicofisico dei bambini e degli
adolescenti”, afferma sempre la Leonardi, ma visti i dubbi sollevati da più
parte sul funzionamento del sistema complessivo, occorre fare la massima
chiarezza, anche perché, se è vero quello che teme Marzia Malaigia, la
situazione è piuttosto allarmante.
Luca
Craia