Il giorno dell’assemblea
pubblica è arrivato. Questa sera Sauro Basso presenterà ai cittadini e alle
associazioni di Montegranaro il suo progetto di Proloco. Una proloco che
dovrebbe nascere sulla base del Comitato Festeggiamenti San Serafino, per
iniziativa del suo neoeletto Presidente, Basso, appunto, ma che già, prima di
nascere, sta incontrando le rimostranze del direttivo della vecchia proloco, almeno
così riferisce Marisa Colibazzi su Il Resto del Carlino di oggi. E, se lo dice
la Colibazzi, di solito è vero.
In realtà l’ultima
Proloco montegranarese non si è mai sciolta, che io sappia, per cui le
eccezioni in questo senso sono motivate: un nuovo direttivo, o una nuova
Proloco che sia, non dovrebbe poter prescindere dal precedente e ogni
iniziativa, anche l’input per ripartire da zero, dovrebbe partire da Iacopo
Gentili e i suoi consiglieri, come fu fatto anche nel momento in cui lo stesso
Gentili prese in mano la Proloco, circa sette anni or sono. Una modalità
diversa rischia di generare motivi per un mancato riconoscimento del nuovo
organismo che, seppur venisse ufficialmente accettato dalle istituzioni,
potrebbe non esserlo dalle varie associazioni che compongono il panorama
culturale, sportivo e di volontariato montegranarese. E non sarebbe un handicap
da poco.
Poi c’è il rischio
di ingerenza da parte della politica, rischio piuttosto palese, visto che già
pare certa la presenza di rappresentanti dell’Amministrazione Comunale all’assemblea
di stasera. Una presenza inopportuna, perché la Proloco dovrebbe essere al di
fuori di ogni logica politica e la politica dovrebbe solo sostenerla dall’esterno.
Ma, posto il noto protagonismo dei politici nostrani, specie quelli di
maggioranza, sarebbe quantomeno opportuna una loro presenza silenziosa, da
osservazione.
Come si vede, e
come si sa, creare una Proloco a Montegranaro non è facile e, qualora ci si riuscisse,
cosa non certa, non sarà parimenti facile mantenerla in vita. Ne sanno qualcosa
gli ultimi che ci hanno provato, che erano partiti bene ma si sono fatti
fagocitare dalla politica, sparendo nel nulla. A Montegranaro non c’è una vera
necessità di una proloco: il mondo associativo è vasto e attivissimo, e il
comparto culturale cittadino ha il suo valore proprio in virtù di questo
universo di persone che si danno un gran da fare, che mettono idee, fatica e
sacrifici sul piatto della comunità cittadina. È logico che le associazioni
accettino mal volentieri un controllo imposto, e che ogni tipo di coordinamento
non possa arrivare dall’alto ma debba essere accettato e condiviso. E,
soprattutto, non può avere bandiere.
Luca
Craia