A me,
sinceramente, da elettore tendenzialmente di destra, Salvini ha stufato. Non
per la proposta politica, sempre che sia ancora quella perché non ne sento più
parlare da troppo tempo, ma per l’atteggiamento e la continua ricerca della provocazione,
dello scontro. Non si può continuare a fare politica con le scenette da
avanspettacolo come quella del citofono, è ora di parlare di progetti, perché quelli
posso votare, non gli slogan truculenti o le bravate da bulletto.
Vorrei una
politica diversa, prima di tutto più pacata nei toni, più aperta al confronto,
più calata nel concreto, nei problemi reali, nella proposta di soluzioni. Oggi
c’è solo il muro contro muro, c’è il gridarsi addosso, c’è l’insulto, il vaffa
all’avversario che non è più antagonista ma è nemico. Fabio Volo, stamattina,
in diretta su Radio Deejay, ha dato un altro bell’esempio di come siamo
diventati tutti trogloditi. Dicono che abbia perso la pazienza e che abbia
insultato Salvini: ebbene, se fai comunicazione per mestiere, la pazienza la
devi mantenere, ti devi controllare. Altrimenti vai a lavorare in fabbrica. Ma
Salvini sta cercando proprio quello, che qualcuno perda la pazienza. Il
giochetto lo abbiamo capito, ora però basta, ora parliamo di cose serie.
E questo vale per
tutti, perché i toni sono più che esasperati, e il clima di odio reciproco che
ne deriva sta ammazzando il Paese, ci sta mettendo gli uni contro gli altri con
una cattiveria e una violenza mai viste. Se la politica va avanti per
provocazioni, in maniera trasversale, si badi bene, Salvini non ha l’esclusiva,
l’Italiano medio raccoglie la provocazione e sputa tutto l’odio che ha in corpo
contro chi non la pensi come lui. Andate a leggervi i commenti all’articolo de
Il Fatto Quotidiano che parla dell’esternazione pro-Lega di Mihajlovich,
esternazioni che provengono da quella parte politica che ha voluto la
commissione contro l’odio, e inorridite.
Io sono preoccupato,
perché non so più a chi credere, a chi dare il voto e, soprattutto, perché tutto
questo odio che circola, odio reale, non quello che fa comodo alla politica,
comincia a fare davvero paura.
Luca
Craia