Due galli in un
pollaio non ci possono stare, figuriamoci tre. Anche quando uno dei tre è di genere femminile con aspirazioni da capo.
Ed è un problema che molto spesso viene accusato dal centrodestra italiano, sia
a livello nazionale che locale. Quello che vediamo accadere a Monte San Giusto
è una commedia vista e rivista, che viene messa in scena con una ostinazione inspiegabile.
Vediamo i fatti
sangiustesi. Alle scorse elezioni comunali, la destra sangiustese si è spaccata
in due, creando due liste concorrenti, Azione Comune, che candidava Sindaco l’avvocato
Romina Tortolini, e Il Loggiato, che proponeva l’imprenditore Giuseppe Sardini.
Come nelle previsioni, la divisione ha favorito la coalizione uscente, che ha
vinto con un grosso margine, a testimoniare che, più ci si polverizza e più si
disperdono i voti, tanto che, sommando il risultato delle due liste, comunque
il totale è inferiore di un buon 20% rispetto alla coalizione vincente che, se
invece la destra fosse stata unita, avrebbe anche potuto risultare sconfitta.
Entrambe le liste
riescono a entrare in Consiglio Comunale e formano due gruppi distinti, come
era naturale aspettarsi, specie dopo le bordate sparate l’uno contro l’altro in
campagna elettorale. Poi la folgorazione: “non è che, mettendoci insieme,
riusciamo a essere più pesanti politicamente ed elettoralmente?” devono essersi
detti Sardini e Tortolini. C’era però l’incognita del terzo gallo, Andrea
Salvatori, altro elemento fondamentale di Azione Comune, dei tre quello con più esperienza politica o, almeno, in Consiglio
Comunale. Si poteva fare un accordo a tre e lavorare per un progetto, oppure si
poteva fare fuori il terzo incomodo. Siamo a destra, signori, quale opzione
credete sia stata scelta? Hanno fatto fuori il terzo incomodo.
Ma l’hanno fatto
fuori male, perché Salvatori è vivo e vegeto e ha anche mantenuto il gruppo “Azione
Comune”. La Tortolini ha cercato di estrometterlo, qualche mese fa ma, non
riuscendovi, ha estromesso se stessa ed è confluita ne Il Loggiato. Rimangono
così le separazioni, non si è risolto il problema della polverizzazione del
consenso, e si è fatto un gran polverone in un momento in cui la gente vorrebbe
certezze e pochi giochi politici. Come finirà? Vedremo: tra un po’ ci sono le
elezioni regionali che, probabilmente, aiuteranno a comporre molti quadri, non
solo quello sangiustese.
Perché quello che
è accaduto a Monte San Giusto, quello che sta accadendo, anzi, non è cosa
strana: capita in molti altri paesini, paesi e città. A Montegranaro, per
esempio, la destra è divisa da anni, si è alleata con la sinistra sia nello
schieramento di maggioranza che in quello di opposizione e, addirittura, è
riuscita a presentare per ben due elezioni di fila una terza lista, sempre di
destra, a scompigliare le carte e a far perdere quella che sembra essere la
destra più credibile delle due principali.
A livello
regionale la situazione non è più chiara, anzi: il candidato alla presidenza,
al momento, pare essere Acquaroli, in quota FdI, ma la Lega non ha mai
accettato ufficialmente la candidatura, per cui ci sarà da vedere che succede.
Tutto questo considerando i rapporti di forza, ossia la Lega che sta calando
nei sondaggi a precipizio e il partito della Meloni che cresce. E qui, di galli,
galletti e galline, tra i vai candidati consiglieri, saranno le comiche.
Luca
Craia