giovedì 14 maggio 2020

Il polverone sangiustese denuncia un centrodestra incapace di restare unito. Ovunque.

Due galli in un pollaio non ci possono stare, figuriamoci tre. Anche quando uno dei tre è di genere femminile con aspirazioni da capo. Ed è un problema che molto spesso viene accusato dal centrodestra italiano, sia a livello nazionale che locale. Quello che vediamo accadere a Monte San Giusto è una commedia vista e rivista, che viene messa in scena con una ostinazione inspiegabile.
Vediamo i fatti sangiustesi. Alle scorse elezioni comunali, la destra sangiustese si è spaccata in due, creando due liste concorrenti, Azione Comune, che candidava Sindaco l’avvocato Romina Tortolini, e Il Loggiato, che proponeva l’imprenditore Giuseppe Sardini. Come nelle previsioni, la divisione ha favorito la coalizione uscente, che ha vinto con un grosso margine, a testimoniare che, più ci si polverizza e più si disperdono i voti, tanto che, sommando il risultato delle due liste, comunque il totale è inferiore di un buon 20% rispetto alla coalizione vincente che, se invece la destra fosse stata unita, avrebbe anche potuto risultare sconfitta.
Entrambe le liste riescono a entrare in Consiglio Comunale e formano due gruppi distinti, come era naturale aspettarsi, specie dopo le bordate sparate l’uno contro l’altro in campagna elettorale. Poi la folgorazione: “non è che, mettendoci insieme, riusciamo a essere più pesanti politicamente ed elettoralmente?” devono essersi detti Sardini e Tortolini. C’era però l’incognita del terzo gallo, Andrea Salvatori, altro elemento fondamentale di Azione Comune, dei tre quello con più esperienza politica o, almeno, in Consiglio Comunale. Si poteva fare un accordo a tre e lavorare per un progetto, oppure si poteva fare fuori il terzo incomodo. Siamo a destra, signori, quale opzione credete sia stata scelta? Hanno fatto fuori il terzo incomodo.
Ma l’hanno fatto fuori male, perché Salvatori è vivo e vegeto e ha anche mantenuto il gruppo “Azione Comune”. La Tortolini ha cercato di estrometterlo, qualche mese fa ma, non riuscendovi, ha estromesso se stessa ed è confluita ne Il Loggiato. Rimangono così le separazioni, non si è risolto il problema della polverizzazione del consenso, e si è fatto un gran polverone in un momento in cui la gente vorrebbe certezze e pochi giochi politici. Come finirà? Vedremo: tra un po’ ci sono le elezioni regionali che, probabilmente, aiuteranno a comporre molti quadri, non solo quello sangiustese.
Perché quello che è accaduto a Monte San Giusto, quello che sta accadendo, anzi, non è cosa strana: capita in molti altri paesini, paesi e città. A Montegranaro, per esempio, la destra è divisa da anni, si è alleata con la sinistra sia nello schieramento di maggioranza che in quello di opposizione e, addirittura, è riuscita a presentare per ben due elezioni di fila una terza lista, sempre di destra, a scompigliare le carte e a far perdere quella che sembra essere la destra più credibile delle due principali.
A livello regionale la situazione non è più chiara, anzi: il candidato alla presidenza, al momento, pare essere Acquaroli, in quota FdI, ma la Lega non ha mai accettato ufficialmente la candidatura, per cui ci sarà da vedere che succede. Tutto questo considerando i rapporti di forza, ossia la Lega che sta calando nei sondaggi a precipizio e il partito della Meloni che cresce. E qui, di galli, galletti e galline, tra i vai candidati consiglieri, saranno le comiche.


Luca Craia