Le abbiamo
viste tutti, più o meno, le immagini dei gaudenti che, già da ieri, primo
giorno di “liberitutti”, hanno ripreso il comportamento di tutti i giorni, come
se tre mesi di fermo totale non fossero mai esistiti. Ed è giusta l’indignazione
generale per cotanta manifesta irresponsabilità. Una irresponsabilità innegabile,
una stupidità evidente, non foss’altro per incoerenza, visto che, fino al
giorno prima, si stava tutti attenti a non infettarci vicendevolmente e poi, scattata
la mezzanotte, come nelle favole, il male sparisce nel nulla e si torna ad
aperitivare come se fosse stato tutto un brutto sogno.
Ma possiamo
responsabilizzare soltanto la mandria di bovini al pascolo che abbiamo visto
ingozzarsi di patatine e spritz? Oppure tutto questo parte da responsabilità
maggiori, più alte, più profonde? L’intera gestione dell’emergenza è stata
improvvisata e contraddittoria. Le norme, le regole a cui siamo stati chiamati,
sono state spesso contraddittorie, a tratti ridicole e grottesche. Il tutto è
stato condito dagli show televisivi del Premier, pieni di parole, promesse e
scarsi di riscontri con la realtà, con montagne di promesse non mantenute.
Tutto questo ha generato un caos e una sensazione di improvvisato che certamente
non porta al rispetto delle regole.
Attenzione:
le regole, se ci sono, o vanno rispettate o vanno contestate con forza.
Ignorarle è da cretini, da irresponsabili. Ma sappiamo bene come funziona in
Italia, come siamo atavicamente allergici alle regole, anche a quelle chiare e sacrosante.
Dare agli Italiani una serie di norme incomprensibili, contraddittorie, assurde
non fa altro che farli sentire autorizzati a fare come gli pare. E quello,
puntualmente hanno fatto.
Luca Craia