Luca Ceriscioli,
dopo essere stato per anni il Presidente della Regione Marche più detestato
della storia, soprattutto per la pessima gestione dell’emergenza terremoto, con
l’epidemia e, soprattutto, con il contrasto avuto con Conte e col Governo ha
riacquistato punti su punti, tanto da far supporre una sua ricandidatura alle
prossime elezioni regionali che si terranno in autunno. In effetti, il PD ha
già scelto il sostituto di Ceriscioli in Maurizio Mangialardi, sindaco di
Senigallia e presidente dell’ANCI Marche, ma buttare via la nuova popolarità
dell’uomo che ha tagliato più nastri tricolori nella storia della Repubblica
sarebbe uno spreco.
Ma pare
che Ceriscioli voglia davvero ritirarsi. Lo ha dichiarato anche all’ANSA, ieri:
"La scelta l'ho fatta appoggiando il candidato di centrosinistra, cercando
di costruire così l'unità". Quindi il passo indietro è confermato, anche
se in politica non si può mai dire e le elezioni sono ancora lontane.
Ceriscioli avrebbe preferito si votasse a luglio, ma la decisione è andata
verso la fine dell’anno, anche se non si sa esattamente in che mese.
Il voto
a luglio avrebbe visto un recupero del PD che, comunque, approfitterebbe della
scia Ceriscioli-covid, contro un netto crollo della Lega che, fino a pochi mesi
fa, pareva quasi certa della vittoria seppur presentando un candidato di
Fratelli d’Italia. Oggi la vittoria pare tutt’altro che scontata, nonostante sia
Fratelli d’Italia a crescere in maniera decisa. E questo, in qualche modo,
blinda la candidatura di Acquaroli, mai ufficialmente accettata dalla Lega che,
però, se questi sono i numeri, probabilmente dovrà cedere alla pressione dell’alleato.
Ma l’autunno è lontano.
Luca Craia