martedì 12 maggio 2020

Sequestri di persona: non può funzionare così.



La piaga dei sequestri di persona era una spina in un fianco, in Italia, qualche anno fa. I sequestri erano frequenti, cruenti, e alimentavano una criminalità che si era specializzata in questo disumano ramo del crimine. Riuscimmo a debellare questa piaga, tanto che oggi, in Italia, i sequestri a scopo di estorsione non si verificano quasi più, con delle leggi precise e un atteggiamento rigido: i riscatti non si pagano. È stata una scelta politica, quella di vietare il pagamento del riscatto tramite il sequestro dei beni del sequestrato, una dolorosa e coraggiosa che ha portato grandi frutti nonostante all’epoca ci fosse stato un ampio dibattito tra pro e contro. La storia ha dato ragione alla scelta fatta.
Oggi, di fronte ai sequestri da parte di gruppi terroristici internazionali, non riusciamo ad avere lo stesso coraggio e la stessa determinazione, non riusciamo a fare una scelta politica forte e lungimirante. E il risultato è che i sequestri si susseguono, noi paghiamo i riscatti e il terrorismo utilizza il nostro Paese come un bancomat per finanziare azioni disumane, stragi e omicidi. La nostra ignavia politica ha, come effetto secondario, il sostentamento del terrorismo internazionale. Manca il coraggio di fare una scelta perché mancano le personalità in grado di farla. Non abbiamo una classe politica capace di una tale fermezza, di dire no al ricatto dei sequestratori anche a costo di pagare un prezzo elevato in termini umani nell’immediato. È un prezzo che, contro i sequestratori nostrani, abbiamo pagato ottenendo grandi risultati. Oggi non siamo più in grado di deciderlo.

Luca Craia