La piaga dei
sequestri di persona era una spina in un fianco, in Italia, qualche anno fa. I
sequestri erano frequenti, cruenti, e alimentavano una criminalità che si era
specializzata in questo disumano ramo del crimine. Riuscimmo a debellare questa
piaga, tanto che oggi, in Italia, i sequestri a scopo di estorsione non si
verificano quasi più, con delle leggi precise e un atteggiamento rigido: i
riscatti non si pagano. È stata una scelta politica, quella di vietare il
pagamento del riscatto tramite il sequestro dei beni del sequestrato, una
dolorosa e coraggiosa che ha portato grandi frutti nonostante all’epoca ci fosse
stato un ampio dibattito tra pro e contro. La storia ha dato ragione alla
scelta fatta.
Oggi, di fronte ai
sequestri da parte di gruppi terroristici internazionali, non riusciamo ad
avere lo stesso coraggio e la stessa determinazione, non riusciamo a fare una
scelta politica forte e lungimirante. E il risultato è che i sequestri si
susseguono, noi paghiamo i riscatti e il terrorismo utilizza il nostro Paese
come un bancomat per finanziare azioni disumane, stragi e omicidi. La nostra
ignavia politica ha, come effetto secondario, il sostentamento del terrorismo
internazionale. Manca il coraggio di fare una scelta perché mancano le
personalità in grado di farla. Non abbiamo una classe politica capace di una
tale fermezza, di dire no al ricatto dei sequestratori anche a costo di pagare
un prezzo elevato in termini umani nell’immediato. È un prezzo che, contro i
sequestratori nostrani, abbiamo pagato ottenendo grandi risultati. Oggi non
siamo più in grado di deciderlo.
Luca
Craia