A chi
non capita, ogni giorno, di ricevere delle telefonate mute? Nella stragrande
maggioranza dei casi, si tratta di telefonate tecniche che arrivano dal telemarketing,
e avvengono perché i call center, per guadagnare tempo, generano in automatico
un certo numero di chiamate anche se non ci sono operatori disponibili; quindi
capita che noi rispondiamo ma dall’altra parte non c’è nessuno a parlarci.
Questo
tipo di chiamata è ritenuto in generale, e in particolare dallo stesso Garante
della Privacy, una forma di violenza. In effetti sono una scocciatura,
interrompono lavori, conversazioni, spezzano il ritmo. Ma, soprattutto, è
dimostrato che generino “uno stato di ansia, allarme e preoccupazione circa la
loro provenienza”, come spiega lo stesso garante che prosegue: “Le persone chiamate
sono naturalmente portate ad associare tale evento a comportamenti illeciti
(controlli indebiti, molestie, stalking, verifiche di malintenzionati volte
alla commissione di eventuali reati, quali furti o aggressioni). All’ansia e al
fastidio, inoltre, si associa la frustrazione connessa al senso di impotenza e
all’incapacità di reagire all´evento”.
Una
forma di violenza riconosciuta, quindi, che però viene tollerata. Infatti,
queste telefonate sono consentite, seppure in numero limitato: possono essere
fatte 3 telefonate mute ogni 100 che vadano a buon fine, ma il dubbio che se ne
facciano ben di più è giustificabile. Dopo aver ricevuto una chiamata muta, non
potremmo essere ricontattati dallo stesso operatore per 5 giorni e solo con la
possibilità di avere un interlocutore, ma sappiamo bene che anche questo non
avviene.
Tutelare
questa prassi violenta è a solo uso e consumo degli operatori di telemarketing,
mentre non tutela affatto l’utenza che ne subisce la violenza e i danni psicologici.
In questo periodo, poi, che siamo tutti molto tesi e preoccupati e ci sono
molte famiglie in pena per i propri congiunti colpiti dalla malattia o che sono
esposti alla stessa, ricevere queste chiamate è ancora più ansiogeno. Uno Stato
modero che tutela i cittadini dovrebbe semplicemente vietarle e sanzionare chi
le utilizza. Mi auguro che qualche associazione di consumatori si muova in tal
senso.
Luca Craia