Ieri, il Presidente della Repubblica, ha insignito dell’onorificenza di
Cavaliere molti protagonisti della fase più dura dell’epidemia, eroi in prima
linea per combattere la malattia e difendere la nostra salute e la nostra vita.
Abbiamo, da queste pagine, più volte ringraziato anche altri eroi, quelli delle
retrovie, meno esposti ma importanti per aiutarci a vivere: negozianti,
commessi, addetti alla pulizia. Ma ci siamo scordati di ringraziare qualcuno:
noi stessi.
Ecco, io vorrei ringraziare tutti coloro che, in questo periodo, hanno
messo la prudenza come principio su cui basarsi, hanno rispettato le regole
anche quando sembravano assurde (ed è successo spesso), hanno assunto comportamenti
che non potessero danneggiare se stessi e gli altri, i propri familiari ma
anche l’intera comunità. Ringrazio chi è rimasto in casa durante il cosiddetto
lockdown, chi tutt’ora cura l’igiene, l’asepsi, porta la mascherina quando è
necessario, evita gli assembramenti, insomma, sta attento anche se ci stanno
dando l’idea che sia tutto finito.
Ringrazio quelli che, non essendo virologi e non sapendo di chi fidarsi
nella baraonda di informazioni contradditorie che ci hanno bombardato, hanno pensato
che di troppa prudenza non sia mai morto nessuno, di leggerezza sì. Quelli che
non si sono fatti prendere dal panico ma non hanno creduto né ai complottisti né
ai negazionisti, quelli che, sia stata la Cina, l’Europa, i marziani a farci
ammalare tutti, abbiano usato il 5G, le scie chimiche o le trivelle spaziali, hanno
comunque fatto attenzione, si sono sacrificati per il bene proprio e quello
comune, perchè magari era solo un’influenza, ma non hanno voluto essere loro a
propagarla.
Volevo ringraziare questa gente comune, questa gente invisibile, quei
milioni di Italiani che hanno fatto il loro dovere. Perché è grazie a loro se
oggi stiamo meglio, se abbiamo riacquistato un po’ di libertà, se la gente non
muore più come prima e non si ammala come prima. E sarà ancora grazie a loro se,
alla fine, anche se non sarà andato tutto bene come volevano farci credere e
cantare dai balconi, tutto sommato ce la saremo cavata.
Luca Craia