Montegranaro
scopre il turismo. Un paese con pochissimi ristoranti, pochissime strutture
ricettive, un paese con un centro storico morto, privo di attività commerciali,
abbandonato a se stesso nella sua fatiscenza, un paese in cui i siti di
attrattività turistica sono per lo più inagibili o chiusi a chiave, gestiti in maniera
frammentaria e senza un minimo di coordinamento per il semplice fatto che chi
doveva coordinare, in anni e anni di impegno, è riuscito a polverizzare tutto,
mettendo gli uni contro gli altri, creando zizzanie, contrapposizioni, figli e
figliastri, ebbene, questo paese scopre il turismo e vuole portare in cima a
una delle colline più impervie del Fermano il turismo in bicicletta, a girare
tra strade strette e autisti indisciplinati. Il simbolo della politica
turistica di Montegranaro risiede nelle antenne piazzate sulla torre dell’Annunziata
durante il lockdown, così che, mentre i molteplici delegati al turismo firmano
protocolli, uno dei siti più interessanti ha l’affaccio sul belvedere ostruito
dalle antenne. Geniale.
Molteplici
delegati al turismo, dicevamo, tutti impegnati con l’unico obiettivo di farsi
la foto, lo rsumigliu, da consegnare ai giornali e ai posteri. Ce ne sono tre,
almeno secondo i miei calcoli, di esponenti politici dediti al turismo: c’è l’assessore
competente, quello alla cultura, che però, a quanto si è capito, non ha la
delega perché la delega è stata data, per non far restare nessuno senza un
cencio di incarico e, quindi, la possibilità di farsi lu rsumigliu, a una
consigliera comunale fresca di elezione. Poi c’è il Presidente del Consiglio Comunale,
che pure si occupa di turismo. Stranamente, nelle foto, negli rsumigli,
appunto, se ci sono le prime due non c’è la terza. E non c’è il Sindaco. Va a
capire perché. Fatto sta che, con tutte queste menti a occuparsi di turismo,
finora mi pare che le idee siano un po’ confuse.
E sì perché,
prima di firmare accordi e protocolli, che oltretutto qualcosa costano, io lo
redigerei un piano per il turismo, un piano per il paese e un piano
territoriale. Io sentirei chi si occupa concretamente di turismo, il che vuol
dire non solo gli operatori economici, ma anche quelle realtà del mondo dell’associazionismo
che i turisti, a Montegranaro, ce li hanno sempre portati, con le proprie
forze, senza accordi costosi e senza aiuti da parte delle varie amministrazioni
comunali. Per parlare come mangiamo: se porti i turisti a Montegranaro, in
bicicletta, con la macchina, a piedi o in astronave che sia, e questi trovano
tutto chiuso, nessuno che apra i siti, alcuni dei siti inagibili, altri con le
finestre attappate da antenne telefoniche, che ce li hai fatti venire a fare?
Luca Craia