sabato 25 luglio 2020

Allarme chiese: tra pochi anni rischiano di cadere tutte.

Le chiese non sono un problema del Vaticano, come tanti spesso dicono dimostrando una completa incoscienza della nostra storia e della nostra cultura, nonché scarsa lungimiranza culturale ed economica. Le chiese sono un patrimonio delle comunità e sono un bene prezioso per il Paese Italia che, in futuro, deve puntare decisamente al turismo. Una chiesa chiusa è un danno per la comunità in quanto a quella comunità viene così a mancare un punto di riferimento sociale fondamentale, ed è un danno economico per tutti, perché intorno alle nostre chiese, anche a quelle che reputiamo di scarso valore artistico e storico di fronte a templi più preziosi, gira il turismo culturale, e ci girerà sempre di più.
Eppure le nostre chiese stanno viaggiando verso un futuro fosco. La manutenzione degli edifici sacri, nella stragrande maggioranza dei casi, è affidata alle parrocchie, anche quando questi edifici rivestono una notevole importanza, reale o potenziale, per l’economia delle città in cui insistono. Le parrocchie, però, diventano sempre più povere, in quanto il loro principale sostentamento deriva dalle offerte dei fedeli alle funzioni e le funzioni sono sempre meno frequentate. Va anche considerato l’impoverimento generale che abbassa il valore medio delle offerte, ed ecco qua che non ci sono più soldi per effettuare una manutenzione adeguata alle nostre chiese.
Temo che, di questo passo, tempo pochi anni, diciamo qualche decennio, potremmo perdere gran parte di questo patrimonio. Ovviamente non parlo di chiese importanti, di quelle nelle città d’arte o di quelle che contengono capolavori dal valore inestimabile. Parlo delle chiese di paese, che pure sono preziosissime, contengono spessissimo opere di grande rilievo e comunque rivestono un ruolo fondamentale nell’economia turistica del territorio su cui sorgono. Il rischio di perderle è concreto e nefasto, e occorre agire subito per scongiurarlo, anche se, da quello che vedo e con la mentalità sempre più ottusa che dilaga, anche a causa di un sostanziale abbassamento del livello culturale, c’è poco da essere ottimisti.  

Luca Craia