giovedì 23 luglio 2020

Berlusconi e il male


Lo hanno dipinto come il male assoluto, sovradimensionando notevolmente il personaggio, mente Berlusconi non è il male dell’Italia, è solo colui che se ne è fatto interprete per anni, e continua tutt’ora. La sua bramosia di potere travalica l’interesse personale che era alla base del suo impegno politico iniziale, e oggi, nonostante la veneranda età, lo porta, supportato da un drappello di fedelissimi che ne hanno ereditato la mentalità, a lavorare non tanto per il bene del Paese ma per il raggiungimento del potere. Ecco perché, ora, Berlusconi e Forza Italia sono pronti a saltare sulla barca traballante del Governo per sostenerlo. In questo modo sancirebbe, oltre che la prova del suo sventolio al vento del potere, anche il definitivo abbandono di ogni velleità di rappresentare la sinistra da parte del PD. Ma questa è un’altra storia.
Berlusconi è stato il protagonista della politica italiana dopo Mani Pulite. Tutti ricordiamo il terribile 1992, tra l’inchiesta milanese che falcidiava la Prima Repubblica e la Mafia che attaccava lo Stato uccidendo gli uomini che erano arrivati più vicini a sconfiggerla. È lì che troviamo la chiave di quanto accade oggi e del perché l’Italia sia passata dall’essere una delle maggiori potenze economiche e politiche mondiali a un Paese che deve elemosinare aiuti all’Olanda.
Tangentopoli non scoppiò per caso. Era una manovra politica che puntava a destabilizzare lo Stato, evidentemente per riassestare un potere che era scivolato troppo nelle mani del Partito Socialista. La faccenda sfuggì di mano e, anziché risistemare, si sfasciò tutto. A quel punto era necessario rifondare la Repubblica, e qui entrano in gioco i veri poteri forti che, attraverso la mafia, indirizzarono l’Italia verso qualcosa che non era democrazia anche se lo sembrava. Gli attentati mafiosi di Roma e Firenze, successivi agli assassini di Falcone e Borsellino, stabilirono quale fosse la direzione da seguire. Alle elezioni vinse Berlusconi, e la guerra della mafia contro lo Stato cessò.
Da quel momento l’Italia non fu più la stessa, passando di mano tra uomini incapaci e manovrabili e scendendo rapidamente tutti i gradini del peso politico internazionale. Oggi, con un governo sostenuto da una maggioranza spuria, non uscita dalle urne, e con un Primo Ministro eletto da nessuno, riecco Berlusconi che tenta di nuovo di tornare al potere, e questo non per il bene del Paese ma per il potere stesso, per quello che rappresenta e per interessi che certamente non sono i nostri.

Luca Craia