Lo hanno dipinto come il male assoluto, sovradimensionando
notevolmente il personaggio, mente Berlusconi non è il male dell’Italia, è solo
colui che se ne è fatto interprete per anni, e continua tutt’ora. La sua
bramosia di potere travalica l’interesse personale che era alla base del suo
impegno politico iniziale, e oggi, nonostante la veneranda età, lo porta,
supportato da un drappello di fedelissimi che ne hanno ereditato la mentalità,
a lavorare non tanto per il bene del Paese ma per il raggiungimento del potere.
Ecco perché, ora, Berlusconi e Forza Italia sono pronti a saltare sulla barca
traballante del Governo per sostenerlo. In questo modo sancirebbe, oltre che la
prova del suo sventolio al vento del potere, anche il definitivo abbandono di
ogni velleità di rappresentare la sinistra da parte del PD. Ma questa è un’altra
storia.
Berlusconi è stato il protagonista della politica
italiana dopo Mani Pulite. Tutti ricordiamo il terribile 1992, tra l’inchiesta
milanese che falcidiava la Prima Repubblica e la Mafia che attaccava lo Stato uccidendo
gli uomini che erano arrivati più vicini a sconfiggerla. È lì che troviamo la
chiave di quanto accade oggi e del perché l’Italia sia passata dall’essere una
delle maggiori potenze economiche e politiche mondiali a un Paese che deve
elemosinare aiuti all’Olanda.
Tangentopoli non scoppiò per caso. Era una manovra
politica che puntava a destabilizzare lo Stato, evidentemente per riassestare
un potere che era scivolato troppo nelle mani del Partito Socialista. La
faccenda sfuggì di mano e, anziché risistemare, si sfasciò tutto. A quel punto
era necessario rifondare la Repubblica, e qui entrano in gioco i veri poteri
forti che, attraverso la mafia, indirizzarono l’Italia verso qualcosa che non
era democrazia anche se lo sembrava. Gli attentati mafiosi di Roma e Firenze, successivi
agli assassini di Falcone e Borsellino, stabilirono quale fosse la direzione da
seguire. Alle elezioni vinse Berlusconi, e la guerra della mafia contro lo
Stato cessò.
Da quel momento l’Italia non fu più la stessa,
passando di mano tra uomini incapaci e manovrabili e scendendo rapidamente
tutti i gradini del peso politico internazionale. Oggi, con un governo
sostenuto da una maggioranza spuria, non uscita dalle urne, e con un Primo
Ministro eletto da nessuno, riecco Berlusconi che tenta di nuovo di tornare al
potere, e questo non per il bene del Paese ma per il potere stesso, per quello
che rappresenta e per interessi che certamente non sono i nostri.
Luca Craia