martedì 14 luglio 2020

Casa dei piccioni: crolla il solaio e si ferma tutto. Serve una legge nazionale per i centri storici.


Qualcuno ricorderà la questione della cosiddetta “casa dei piccioni”, della quale si sta occupando anche Il Resto del Carlino (c'è un buon articolo anche oggi). La riassumo in breve: nel centro storico di Montegranaro c’è uno stabile fatiscente, con le finestre aperte, dove dimora un numero indefinito di piccioni. Lì dorme, nidifica, fa i figli, muore (e vi rimane la carcassa) e, soprattutto, defeca in quantità industriali. Il piano alto della casa, luogo prediletto dai volatili, presenta uno strato di guano e materiale organico vario (tra cui, appunto, i piccioni morti) alto circa un metro. Una situazione a dir poco preoccupante, anche in relazione al fetore che ne scaturisce e ammorba chi vive lì intorno. Ma la preoccupazione è soprattutto per le conseguenze igienico-sanitarie, visto che il piccione è portatore di numerose malattie.
Ho presentato due esposti, al Comune e alle autorità di pubblica sicurezza e sanità: uno a gennaio e un altro pochi giorni fa. In seguito al primo, il Comune di Montegranaro ha emesso un’ordinanza che obbligava gli eventuali proprietari dello stabile a intervenire. Il problema, però, è che quell’edificio non ha proprietari e non esistono passaggi di proprietà dai primi del secolo scorso. E infatti non si è fatto vivo nessuno. In questo caso avrebbe dovuto intervenire il Comune, e lo ha fatto, dopo il mio secondo esposto, proprio ieri.
Sul posto si è recato il responsabile dei Lavori Pubblici e una squadra specializzata in sanificazioni, incaricata di sterilizzare l’edificio e chiuderne i pertugi. Ma non sono potuti entrare, perché, come c’era da aspettarsi, col tempo che passava le cose non sono certo migliorate da sole, ed è crollato il solaio del piano ammezzato, rendendo irraggiungibile il piano dove dimorano i piccioni. Ma, anche raggiungendolo, il rischio che crolli tutto sotto il peso degli addetti alla sanificazione è fortissimo. Si provvederà quindi, con ogni probabilità, all’installazione di un ponteggio per lavorare da fuori, sanificando il più possibile e poi sigillando lo stabile. Si fosse intervenuti qualche anno fa, visto che il problema va avanti da anni e sono anni che lo segnalo, non saremmo a questo punto. Ma con la dietrologia non risolviamo nulla.
Quello che è evidente, e ne parlavo appunto ieri con il Responsabile LL.PP., è che è indispensabile una legge per consentire all’Ente Pubblico di intervenire in casi come questo. Quando le case diroccate non presentano proprietari evidenti, si deve dare il potere ai Sindaci di intervenire di forza e risolvere le situazioni, senza che un eventuale erede appaia all’improvviso a creare problemi. In questo modo sarebbe anche più facile ragionare su eventuali progetti. Così diventa anche facile giustificare le negligenze che, comunque, rimangono tali.

Luca Craia