L’azienda deve consentire le assemblee ed applicare l’unico CCNL Anaste vigente
Comunicato integrale
Il Tribunale di Ascoli Piceno ha accolto il ricorso
presentato dallo SNALV Confsal contro Kos Group, colosso privato che opera nel
settore socio sanitario assistenziale con ben 92 strutture soltanto in Italia.
In qualità di sindacato firmatario del Contratto
Collettivo Anaste e rappresentativo dei lavoratori del comparto, lo SNALV aveva
denunciato il rifiuto dell’azienda di concedere un’assemblea sindacale presso
la RSA San Giuseppe, di proprietà appunto del gruppo KOS.
La motivazione del rifiuto risultava ancora più
clamorosa: KOS, per le azioni di protesta di Cgil, Cisl e Uil, aveva deciso di
non applicare il nuovo CCNL Anaste – che prevedeva un aumento medio retributivo
di 40 euro mensili – e, dunque, di non concedere ai sindacati firmatari del
“nuovo” contratto le prerogative sindacali ad essi spettanti.
Una scelta che, di fatto, ha penalizzato
esclusivamente i lavoratori che non ricevono alcun aumento contrattuale dal
lontano 2009. «Questa sentenza rende, in parte, giustizia alle numerose
incongruenze che popolano il mondo del lavoro – ha commentato a caldo il
segretario nazionale dello Snalv, Maria Mamone – il diritto sacrosanto di
parlare con i lavoratori dovrebbe essere riconosciuto a tutti, a prescindere da
vincoli o regolette vetuste. In altre situazioni ci troviamo a non poter
parlare con l’azienda perché, pur avendo la totalità degli iscritti, non
abbiamo firmato il contratto nazionale. Qui abbiamo firmato il contratto
nazionale ma si continuava a non consentire il nostro ingresso in azienda».
KOS Care conta oltre 5000 dipendenti in Italia. La
scelta di non applicare il CCNL Anaste si è tradotta in un risparmio notevole
in termini di costo del lavoro, creando un vero e proprio dumping salariale rispetto
a tutte quelle aziende che, sin dal 1 Gennaio 2017, hanno corrisposto ai
lavoratori gli incrementi retributivi previsti dal contratto siglato dallo
SNALV.
L’aspetto più grave della faccenda è l’atteggiamento
delle sigle confederali Cgil, Cisl e Uil che, a detta di KOS, hanno imposto
tale scelta facendo perdere ai lavoratori quasi 2.000 euro di stipendio!
La battaglia dello SNALV non si ferma qui: KOS dovrà
riconoscere gli arretrati non versati ai lavoratori. Inoltre, il CCNL Anaste
siglato nel 2017 è già scaduto e, nonostante le sollecitazioni dello SNALV e la
presentazione di una piattaforma di rinnovo già condivisa in numerose assemblee
sindacali, la parte datoriale non ha ancora fornito risposte.
Le OSS, gli infermieri e tutti gli operatori del
settore – che più di ogni altro hanno patito le lacune e la mancanza di tutele
adeguate durante l’emergenza Covid – meritano un riconoscimento dignitoso del
loro fondamentale e prezioso lavoro a sostegno delle persone più fragili della
società.
Foto: Ravenna Today