martedì 21 luglio 2020

Case popolari nel Palazzo Lattanzi? Dopo l’albergo diffuso, arriva l’Hotel House diffuso. Follia.


Leggere che il Comune di Montegranaro sta pensando di acquisire il Palazzo Lattanzi per realizzarci degli alloggi popolari mi ha fatto quasi cadere dalla sedia. Avrebbe dell’incredibile, ma se lo dice la Colibazzi sul Carlino, diventa credibile eccome. Ed è stupefacente che la stessa Amministrazione Comunale, che ieri diceva, per bocca del Sindaco, che spendere soldi nel centro storico è un sostanziale spreco, stia ragionando su un investimento comprovatamene destinato a sconvolgimenti sociali sull’intera comunità cittadina. È pure follia.
Lo scrivevo stamattina: Montegranaro è destinato a un crollo demografico, con conseguente grave degrado urbanistico e sociale. Ma la soluzione non può essere compensare il calo demografico con l’inserimento di nuovi stranieri. Perché questo accade, con le case popolari: si creano nuovi ghetti per stranieri, specie quando si parla di palazzoni con decine di appartamenti. Lo abbiamo visto a Santa Maria, dove l’area sottostante l’ospedale è degradata e invivibile, lo abbiamo visto in centro storico con l’ospedale vecchio, dove il recupero di un rudere è diventato un enorme problema sociale che ha ulteriormente aggravato una situazione già compromessa, tutti ricordiamo la questione del Palazzo Botticelli-Leombruni. E qui si pensa di creare una nuova situazione analoga. È davvero follia.
Certo, il palazzo in questione è già un problema ed è destinato a diventare ancora più complesso, ma questa soluzione non farebbe altro che creare un problema enormemente più grave, le cui conseguenze si ripercuoterebbero su tutta la comunità cittadina. Per fare una battuta amara, se qualche anno fa si parlava di albergo diffuso, ora si vuole fare l’Hotel House diffuso. Sarebbe la fine di Montegranaro.
Montegranaro ha bisogno di soluzioni economiche radicali, di una riconversione totale, di un impegno politico importante e di progetti illuminati. Questa soluzione equivale a togliersi un problema immediato per crearne uno futuro irrisolvibile.

Luca Craia