A Montegranaro esistono numerose colonie feline. Alcune sono censite e
curate da persone identificate e qualificate, che provvedono ai bisogni degli
animali e alla loro sterilizzazione, altre sono autonome e senza controllo.
Questo comporta problemi che cominciano a diventare seri, in quanto il gatto è
un animale molto prolifico. Basti pensare che una femmina normalmente
partorisce tre volte all’anno ed è capace di dare alla luce anche 12 gattini.
Con un rapido calcolo, questi 12 gatti, nel giro di 3 anni, possono diventare
588. E questo per ogni femmina. Va da sé che occorre mettere argine al
fenomeno, sia per una questione di decoro urbano, sia per la salute e la
qualità della vita degli animali stessi.
In base alla legge quadro 14 agosto 1991, n. 281 e a tutta la
normativa che ne è seguita, il Sindaco ha delle responsabilità ben precise
circa la lotta al randagismo e la tutela degli animali randagi, in particolare dovrebbe
attuare piani di controllo delle nascite. Lo strumento più efficace per adempiere
a questi compiti è la colonia felina censita. In questo modo esistono dei
responsabili, gli animali vengono censiti e si può accedere al servizio di
sterilizzazione della Asl.
Come dicevo nell’incipit, a
Montegranaro ci sono fin troppe colonie feline lasciate a se stesse, di cui
qualche volontario si occupa ma senza gli strumenti adeguati e, soprattutto,
sostenendosi solo con le sue forze. Ci sono zone del paese dove i gatti
prolificano per vivere poi in condizioni deprecabili, preda di malattie,
malnutriti, generando degrado e, molto spesso, finendo uccisi dal traffico. Si
segnalano situazioni di questo genere in via Fonte Pomarola, in via Martiri d’Ungheria,
in via Trinità, lungo la Circonvallazione, in diversi punti del centro storico,
via Collodi, in via Bernini.
I volontari sono allo stremo e
non riescono a controllare l’espandersi del fenomeno. Va da sé, quindi, che il
Sindaco debba assumersi le proprie responsabilità e intervenire. Il Comune dovrebbe
interpellare la Asl e provvedere a cattura e sterilizzazione delle femmine, magari tramite accordi con le associazioni e i volontari. È l’unico
modo per risolvere il problema.
Luca Craia