È una situazione sempre più seria quella che si sta innescando nei nostri
comuni costieri nelle serate estive, con giovani minorenni fuori controllo, tra
alcool e droghe, che compiono atti vandalici o che si azzuffano tra loro. Una
situazione che sta certamente arrecando un grave danno all’economia delle
attività commerciali estive, che alla lunga dovranno fare i conti con questa
situazione che lede l’immagine delle nostre città e allontana la gente per
bene.
Le Forze dell’Ordine e gli amministratori locali stanno correndo ai
ripari, si parla addirittura di militarizzazione dei lungomari, ma non può
certo essere questa la soluzione, anche perché, trattandosi quasi interamente
di soggetti minori, l’attività repressiva risulta piuttosto sterile. Credo che
dovremmo porci il problema di cosa sta accadendo ai nostri ragazzi e perché esiste
questa minoranza di giovani così fuori dalla società e così disumanizzata,
deculturizzata, fondamentalmente pericolosa. Anche perché questi ragazzi, in
futuro, saranno parte della nuova classe dirigente e, se l’attuale è pessima,
quella futura, con questi presupposti, è spaventosa.
Occorre chiedersi dove sono finite le famiglie, quale sia oggi il loro
ruolo nell’educazione dei figli. Io credo che queste situazioni siano figlie
dell’abdicazione dei genitori dal loro ruolo educativo, dell’incapacità della
mia generazione di svolgere il proprio compito primario nei confronti dei
propri figli. Ma sono anche figlie di una destrutturazione sociale che ha
distrutto senza ricostruire. Penso al ruolo delle parrocchie che oggi viene
sempre più sminuito, o alla scuola, sempre più svuotata di qualità e di potere
educativo.
Poi, però, ripenso a quei giovani che ho visto all’opera durante il fine
settimana, i ragazzi che sono venuti a svuotare la grotta della chiesa dei
SS.Filippo e Giacomo. Giovanissimi volontari dei Vigili Del Fuoco che impegnano
il loro tempo libero per mettersi a disposizione delle collettività, faticando,
sudando. Giovani con la schiena dritta ed evidentemente con valori forti. E qui
vedi che le famiglie ancora ci sono, che ci sono ancora le strutture nella
società per far crescere i giovani con ideali e obiettivi.
Allora il problema, probabilmente, sta nelle regole. Troppo blande, troppo
lassismo, troppo permessivismo. Evidentemente questo sistema educativo non
funziona bene, e la sua disfunzione diventa evidente davanti a questa minoranza
rumorosa e dannosa che va sui giornali, mentre la maggioranza dei nostri
giovani non fa rumore ma fa i fatti buoni e positivi. Se esistono famiglie che crescono
figli come quelli che ho avuto la fortuna di vedere all’opera sabato scorso,
allora c’è qualcosa che non va nel sistema che non aiuta le famiglie meno
attrezzate, o che non blocca e punisce i comportamenti sbagliati sul nascere,
per rettificarli e deviarli sulla strada giusta. Credo che occorra riflettere
sul nostro nuovo sistema educativo e capire dove non funziona, prima che sia
troppo tardi per rimediare.
Luca Craia