La crisi, improvvisa ma non inaspettata, del basket montegranarese non è
un fatto sportivo, quantomeno non solo. Si tratta di un segnale fortissimo, un
allarme che suona nella notte e che ci allerta, perché se il nostro basket si
arrende e, quando non si arrende, fa passi indietro, è perché non c’è più l’economia
che lo ha sostenuto fino a oggi e che l’ha spinto anche oltre il limite di
quanto potevamo permetterci come realtà economica. Oggi Montegranaro sta
attraversando una crisi epocale, profonda, con radici lontane, che è stata
acuita e accelerata oltremisura dal blocco delle attività dovuto alla pandemia e
che sta portando il paese verso pericoli estremi, sia economicamente che
socialmente.
Eppure noto una noncuranza a dir poco preoccupante da parte delle classe
politica locale. In Comune ci si comporta come niente fosse, eppure è evidente
che bisogna muoversi subito, anzi, bisognava muoversi già da tempo (e da queste
pagine sono anni che lo diciamo), per arginare il più possibile gli effetti
nefasti di una crisi così pesante.
Montegranaro, se la tendenza sarà questa, presto avrà un crollo demografico,
con un conseguente degrado dilagante a livello urbanistico e sociale. Per
capirsi e fare esempi pratici: il degrado attualmente presente nel centro
storico, figlio della trascuratezza della politica perpetrata in anni e anni,
potrebbe essere lo specchio di quanto accadrà a breve in buona parte della
città, se non si prendono immediati e radicali provvedimenti.
È chiaro che il Comune, da solo, può
fare poco. Ma può muoversi politicamente, cercare soluzioni, fondi, finanziamenti.
E il momento preelettorale è quello migliore, sotto questo aspetto, per
strappare aiuti e sostegni a chi si candida alla guida della Regione, che poi è
l’ente che smista gran parte dei fondi europei. Bisogna svegliarsi e muoversi
subito.
Luca Craia