Mi ha molto rattristato trovare, per l’ennesima volta, la mia vettura
sporcata con sfregio. Non è la prima volta che accade ed è accaduto anche di
peggio. Me l’hanno rigata, ci hanno spento sopra sigarette, molto spesso l’ho
trovata, come ieri, piena di sputacchi, e ogni volta è un dolore perché si tratta
di subire una violenza gratuita e vigliacca. Questi gesti hanno una matrice
precisa, sono gesti razzisti, condotti contro un Italiano che vive in Italia,
ma sono chiaramente una forma di violenza razziale, in nessun modo diversa da
quelle che tanto condanniamo e deprechiamo quando avvengono in direzione
inversa.
Vivo in un quartiere in cui la presenza degli Italiani si sta
assottigliando e, negli anni, siamo diventai minoranza. È difficile vivere e
convivere, lo è stato molto negli anni e ancora lo è, ma è possibile e, quando
accade, è molto gratificante e arricchente. Ho ottimi rapporti con diversi
stranieri e, se questi rapporti potessero essere la regola, il mio quartiere
sarebbe un posto bellissimo in cui vivere.
È per questo che stavolta subire questa violenza mi ha fatto ancora più
male. Ero convinto che le cose stessero migliorando, che i rapporti si stessero
distendendo, che stessimo andando nella direzione benedetta della convivenza
proficua tra etnie diverse. E sono ancora convinto che qualcosa di buono sta
accadendo, che stiamo evolvendo nella giusta direzione.
Però questo gesto è qualcosa che ci riporta indietro. Non generalizzo,
come non ho mai fatto. Guardo a quanto accade cercando di mantenere la massima
lucidità. E vedo che, non potendo negare le difficoltà, esiste il modo di
superarle. Ma certamente non così. Occorre comunque andare avanti e pensare
positivo. Per questo non sporgerò denuncia, anche se è facile capire chi ha
fatto questa cosa, e attenderò che chi si comporta in questo modo sia escluso
da tutti gli altri che, invece, vogliono vivere pacificamente in questo Paese.
Luca Craia