Il problema della politica italiana,
ma non solo di quella italiana, è la facilità con cui accoglie personaggi, facilità che la porta spesso a
situazioni imbarazzanti, specie a causa dell’utilizzo disinvolto dei social,
dove chi fa politica dovrebbe tenere un contegno molto ponderato. In effetti,
il vecchio adagio verba volant scripta manent non è mai stato così pregnante
come ai giorni nostri, in cui scriviamo sui social ogni idea balzana ci venga
in mente. Se questo, per il comune cittadino, solitamente non ha conseguenze
particolari se non il ludibrio della propria cerchia di amici virtuali, quando
a scrivere stupidaggini sono personaggi dediti alla politica, le conseguenze ci
sono e possono essere più gravi, investendo non solo la credibilità del
personaggio stesso ma anche del suo stesso schieramento.
Così vediamo esponenti politici di
rilievo locale, regionale o nazionale, che la sparano grossa su Facebook,
Instagram, Twitter e quant’altro per poi finire nel tritacarne mediatico
insieme al loro partito. E il punto è proprio questo: quando si fa politica e
si parla, non si parla mai a titolo personale, specie quando la si spara
grossa, e i danni che si fanno li si fanno anche e soprattutto al proprio
schieramento, al proprio elettorato.
Mi è capitato l’altro giorno di
venire attaccato da una candidata alle comunali di Macerata con la Lega,
un’insegnante che, evidentemente, non aveva capito il senso del mio discorso
(almeno spero) in un post sulla pagina Facebook de L’Ape, per arrivare a darmi
senza mezzi termini del miserabile perché lamentavo la disparità di trattamento
tra ricchi e poveri nella sanità italiana.
Tralascio l’insulto, per il quale sto
ancora facendo le mie considerazioni, ma mi concentro sull’agire, un agire che
ovviamente va, quanto meno, a creare imbarazzo per la lista stessa in cui la signora in questione è
candidata. Incuriosito, ho dato una sbirciatina al suo profilo e ho trovato un
post spaventoso, in cui la signora auspicava lo sterminio del popolo cinese. Io
credo che una persona che ha di questi pensieri non dovrebbe ricoprire ruoli
pubblici, nemmeno potenzialmente. E con me immagino che la stessa
considerazione la facciano in molti. E, con questa considerazione, ovviamente
avviene un danno all’immagine dello schieramento in cui la signora è candidata.
Io ci starei più attento.
Luca Craia