Civitella del Tronto è un’incantevole cittadina in provincia di Teramo, a
confine con l’Ascolano. È nota per la sua rocca, stupefacente, meravigliosa,
talmente bella da far dimenticare quanto sia bello il resto del paese.
Ovviamente Civitella del Tronto vive di turismo, anche se il terremoto del 2016
ha arrecato seri danni e ha sostanzialmente bloccato i flussi turistici,
aggravando gli effetti negativi del sisma. Si stava riprendendo, Civitella, i
turisti cominciavano a tornare e l’economia ricominciava a vivere. Poi è
arrivato il Covid e ha fermato tutto di nuovo. Finito il lockdown, in città si
pensava di poter gradualmente rialzare la testa. Sbagliato.
Venerdì scorso il Sindaco, Cristina Di Pietro, veniva informato dal
Ministero degli Interni che stava arrivando a Civitella del Tronto un
contingente di 50 migranti sbarcati in Sicilia e da lì smistati fino alla
cittadina abruzzese, per essere ospitati in una struttura privata. Dopo pochi
giorni si è scoperto che, dei 50 nuovi ospiti, ben 24 risultano positivi al
tampone per il covid. Il danno, come è facile capire, è incommensurabile.
Non si capisce quale sia la coerenza del ragionamento di chi chiude il Paese
per tre mesi, si spera per proteggerlo, e poi lo massacra subito dopo con una
politica dell’accoglienza dissennata, oserei dire criminale. Non si capisce quale
sia la logica che sta dietro a questa impostazione secondo la quale chi arriva
in Italia, oltretutto in maniere illegale, debba essere portato in giro per il
Paese a distribuire una malattia per difenderci dalla quale abbiamo fatto
enormi sacrifici e abbiamo danneggiato noi stessi e la nostra Nazione. Pagherà
mai qualcuno per questi crimini contro l’Italia?
Luca Craia