Quella che era, due anni fa, quando sollevai la
questione, soltanto una proposta in corso di valutazione da parte del Comune di
Sant’Elpidio a Mare, oggi è un progetto che andrà a realizzarsi: una casa
funeraria con annesso forno crematorio. Il Sindaco Terrenzi dice che non c’è da
preoccuparsi, perché il forno crematorio non inquina.
L’Arpat toscana, per esempio, non è tanto d’accordo perché
dice che “il principale impatto ambientale di questo tipo di impianti riguarda l’aria,
poiché durante la cremazione nei forni si ha produzione di inquinanti atmosferici,
in particolare: polvere, monossido di carbonio, ossidi di azoto e zolfo,
composti organici volatili, composti inorganici del cloro e del fluoro e
metalli pesanti. Possono aggiungersi, inoltre, emissioni
di mercurio (dall’amalgama presente nelle otturazioni dentarie), zinco
(specialmente nel caso delle cremazione di tombe estumulate), diossine-furani e
IPA”.
Magari, però,
ha ragione il Sindaco. Però dovrebbe spiegare, se è così sicuro che non ci
siano rischi per la salute della gente, perché l’impianto sarà costruito a
ridosso di Montegranaro e non, per dire, vicino a Sant’Elpidio a Mare, magari
in prossimità dello stesso cimitero.
Intanto
registriamo il consueto silenzio da parte di istituzioni e cittadini
Montegranaresi: i secondi, probabilmente, non sono informati. I primi non saprei,
forse non sono informati neanche loro, forse semplicemente non sono interessati
come non lo erano per l’antenna Vodafone. Eppure Montegranaro dovrebbe
preoccuparsi perché l’impianto, seppure in territorio di Sant’Elpidio a Mare, sta
sotto le finestre dei Montegranaresi. I pochi residenti della Cura cercano di
farsi sentire ma, come sempre, chi li ascolta?
Luca Craia