“Non capisco
perchè il presidente del Consiglio non dichiari lo stato di emergenza
considerato che in due settimane abbiamo avuto 250 sbarchi. Cinquemila persone in 28
giorni numero superiore al 2011: in quel caso il governo
dichiarò lo stato di emergenza". Lo dice Salvatore Martello, sindaco delle
Pelegie, che ha chiuso l’hot spot di Lampedusa. La struttura può contenere al
massimo 95 persone, mentre in questo momento ce ne sono quasi 1000. Una
situazione insostenibile in tempi normali, figuriamoci durante una pandemia.
L’isola è al
collasso, l’hot spot pure, la politica immigrazionista italiana sta producendo
situazioni disumane. Immaginiamo non soltanto il disagio degli isolani, con un’economia
turistica fatta a pezzi, ma soprattutto le condizioni in cui le persone “accolte”
in questi campi di concentramento debbano vivere. E il Governo non fa nulla, anzi,
la maggioranza che lo regge vota compatta per processare Salvini che, forse
facendo una delle poche cose sensate che gli sono venute in mente, aveva
cercato di fermare il traffico di esseri umani.
I risultati
della politica del “restiamo umani” sono questi: persone ammassate come bestie
e trattate come tali, e pericolo per tutto il Paese, sia per i rischi di
diffusione del virus sia per l’effetto negativo
che questo continuo flusso di migranti immessi senza criterio nel
tessuto sociale genera. Ma il Governo fa finta di niente, e chi si è sempre
riempito la bocca di paroloni sull’umanità e l’accoglienza ora tace.
Luca Craia
Foto: ANSA