Era il
4 settembre 2017 quando Aronne Perugini, assessore ai lavori pubblici del
Comune di Montegranaro. annunciava dalle colonne di Cronache Fermane la
pubblicazione dell’avviso per la manifestazione di interesse a partecipare alla procedura negoziata per
l’affidamento di incarico per la redazione del “Regolamento comunale per
l’insediamento degli impianti per telefonia mobile”. Una cosa fatta in fretta e
furia perché, pochi giorni prima, esattamente il 27 agosto, mi ero attivato,
insieme a Simona Pelosi, per presentare una petizione allo scopo di chiedere un
monitoraggio delle emissioni di onde elettromagnetiche da parte delle
apparecchiature in essere, in particolare quelle posta sulla torre dell’acquedotto.
Ovviamente, dopo questo annuncio, ritirammo la petizione in quanto lo stesso
annuncio superava le nostre preoccupazioni e ci forniva l’aspettativa di una
risposta a breve.
A distanza di tre anni, però, la risposta non c’è
stata. E non c’è stato il Piano Antenne tanto agognato e tanto necessario a
Montegranaro dove, come ben sappiamo, fioriscono le antenne come i ciclamini.
Eppure c’era stato, già nel 2015, un impegno
in tal senso dietro la proposta del defunto M5S montegranarese. Perugini, tre
anni fa, disse: “In questo modo abbiamo tenuto fede all’impegno che ci eravamo
presi di redigere il Piano Antenne – commenta l’Assessore Aronne Perugini -. Si
tratta del primo passo per procedere all’affidamento. Vedremo l’interesse dei
soggetti partecipanti e con questo elaboreremo il piano. Abbiamo dovuto
attendere perché c’era bisogno dell’approvazionedel bilancio per trovare le
risorse economiche necessarie, considerando un costo preventivato di oltre
20.000 euro”. Un sacco di buoni propositi ma oggi l’unica cosa che vediamo sono
le antenne sulla torre del Campanone.
Luca Craia