Le Marche sono una regione tutto sommato piccola, ma
hanno il nome plurale, l’unica regione italiana con questa caratteristica. La
sua pluralità non è solo nel nome, ma anche nel territorio e nella cultura,
tanto che distinguiamo le Marche Sporche dalle Marche Pulite (sud e nord). Ma
le differenze sono tante, a partire dai dialetti, che vanno da qualcosa di
molto simile al romagnolo nel Pesarese per un quasi abbruzzese parlato intorno
a San Benedetto. In mezzo un sacco di sfumature, tanto che è possibile capire il
paese di provenienza di un Marchigiano solo ascoltando l’accento.
Tante differenze non possono che produrre tante idee
diverse. E così, ora che si tratta di votare per il rinnovo del governo regionale
e del Consiglio che legifererà per i prossimi 5 anni, ci troviamo a scegliere tra
ben 7 candidature alla presidenza, più le relative liste che sono ben di più,
tanto da poter supporre che ci sono più candidati consiglieri che Marchigiani.
Comunque, i pretendenti alla Presidenza sono 7: si
parte dai due contendenti principali, uno dei quali sarà sicuramente il prossimo
governatore, Francesco Acquaroli, espressione del centro-destra e altre liste
satelliti, e Maurizio Mangialardi, candidato di sinistra targato PD. A loro si
aggiungono il candidato del Movimento 5 Stelle, Gianni Mercorelli, Roberto Mancini
della lista “Dipende da noi”, Fabio Pasquinelli (Per le Marche) dell’area comunista,
Sabrina Banzato per "Vox Italia" e Alessandra Contigiani del fronte sovranista
italiano con la lista "Riconquistare l'Italia". Plurali, fantasiosi e
forse un po’ troppo divisi, i Marchigiani.
Luca Craia