ELENA
LEONARDI: "LE ISTITUZIONI TUTELINO LA PROFESSIONALITA' DEI LAVORATORI
MARCHIGIANI DEL SETTORE DELLA CULTURA"
Comunicato
integrale
In
importanti musei gestiti dalla cooperativa umbra, strategici per il sistema
turistico-culturale regionale, il numero di visitatori continua a salire mentre
le condizioni dei lavoratori peggiorano. La vicenda che coinvolge i lavoratori
della Società Cooperativa Sistema Museo con sede in Umbria e che da oltre
trenta anni opera nel settore dei beni culturali in diverse regioni italiane, è
esemplificativa delle precarie condizioni di chi oggi lavora nel settore
culturale, in Italia e nella nostra regione.
Nelle
Marche Sistema Museo gestisce i Musei di Fermo, Macerata, Pesaro, Recanati,
Fano e Sant’Elpidio a Mare. Tre capoluoghi di provincia e altrettante città
strategiche per l'economia turistica e culturale della regione, con ricavi e
visitatori in crescita negli ultimi anni. Un vero e proprio monopolio da parte
della cooperativa umbra, nella gestione dei beni culturali della nostra
regione, con ingenti contributi pubblici versati dai comuni marchigiani nelle
sue casse, ai quali vanno aggiunti i ricavi derivati dalla biglietteria, visiti
guidate, bookshop, servizi educativi, affitto sale, con milioni di euro di
fatturato.
“I
Comuni coinvolti e la Regione Marche – ha affermato il consigliere di Fratelli
d’Italia, Elena Leonardi – devono impegnarsi fin da subito a fornire le
necessarie garanzie, affinché le cooperative che vincono appalti nelle nostre
città, come nel caso di Sistema Museo, e che usufruiscono di importanti
contributi pubblici, siano poi in grado di garantire condizioni di lavoro e
retribuzioni adeguate rispetto alle professionalità e alle competenze dei
lavoratori marchigiani. Non è più accettabile che la cooperativa umbra possa
continuare a sfruttare in questo modo i lavoratori marchigiani abbattendo
ulteriormente il costo del lavoro dopo anni di sacrifici. Dal 2015 i
musei e i beni culturali sono servizi pubblici essenziali, come i trasporti e
gli ospedali. Ma perché allora – incalza il capogruppo Leonardi – per un
settore così strategico, continuiamo ad assistere, a cambi di contratto con
riduzione degli stipendi e demansionamento dei lavoratori? Sono domande per cui
urge una celere risposta, anche e soprattutto da parte di chi, ci ha
raccontato, come negli ultimi anni il turismo e la cultura fossero diventati il
volano economico di questa regione”.
Gestioni
che vedono impiegato il più importante numero di lavoratori nel settore dei
musei e beni culturali, non statali, della Regione Marche, tra soci-lavoratori
e personale in subappalto. Musei di successo ed economicamente anche ben
sostenuti da investimenti pubblici, perché dunque speculare su una delle
colonne portanti, i lavoratori? Come apparso su diverse testate locali e
nazionali, le condizioni dei lavoratori di Sistema Museo sono purtroppo
critiche fin dal 2010 quando la cooperativa ha decretato lo stato di
crisi aziendale che ha comportato, per i soci lavoratori, fino alla sua
cessazione, dicembre 2019, la trattenuta delle mensilità aggiuntive, tredicesima
e quattordicesima, dei permessi e quelle sulle retribuzioni con percentuali
anche del 15%.
Improvvisamente
nel mese di dicembre 2019 la cooperativa comunicava ai soci lavoratori
l’intenzione di variare il CCNL di riferimento (Turismo) e di applicare il CCNL
Multiservizi e la relativa uscita dallo stato di crisi aziendale, durato in
totale oltre nove anni! Il CCNL Multiservizi è fortemente peggiorativo delle
condizioni di lavoro, con una minor paga oraria e un taglio del salario, su
stipendi nella maggior parte dei casi inferiori ai mille euro, oltre che una
svalutazione dei diritti e della dignità dei lavoratori. Insomma, la soluzione
adottata da Sistema Museo è stata la dequalificazione del lavoro, oppure ….
tutti a casa, con prospettiva di fallimento e perdita del posto di lavoro.