Trovo sia un
ottimo segnale, il fatto che ci siano diversi terremotati che hanno avuto la
possibilità di candidarsi per le elezioni regionali delle Marche. Li conosco,
conosco il loro impegno incessante in questi anni di lotte per non essere
dimenticati, conosco la loro tenacia e l’amore che hanno per la loro terra
martoriata. Di terremotati che ancora lottano ne sono rimasti pochi: il tempo,
la sordità della politica, il muro di gomma costruito intorno al cratere per lasciare
le cose come stanno ha fatto desistere tanti don Chisciotte improvvisati, tanti
avventurieri in cerca di fortuna, qualcuno dei quali la fortuna l’ha anche
incontrata. Quelli rimasti sono terremotati veri, come è vero l’impegno che
mettono nel continuare a lottare.
Qualcuno sta
provando a delegittimarli, qualcuno vuole insinuare il dubbio che anche loro
vogliano approfittare del terremoto per crearsi una carriera, un mestiere come
hanno fatto parecchi opportunisti operosi e politicizzati fin da sempre. Credo
che sia meschino, questo tentativo di sminuire il loro ultimo tentativo di fare
qualcosa. Qui si tratta di provare a entrare in quelle stanze dove, fino a
oggi, non solo non si è fatto nulla ma si è ostacolata ogni iniziativa,
affossata ogni volontà di ripartire. Per farlo devono essere eletti.
E qui la
comunità terremotata, se esiste, deve dare prova di sé. Qui i terremotati
dovrebbero riporre il credo politico, i campanilismi sterili e gli interessi
personali per produrre qualcosa di concreto, per creare una vera rappresentanza
politica dei loro interessi. È un’occasione da non sprecare. Io, i nomi di
questi terremotati candidati non li farò, sono noti, non serve. Però mi sento
di esortare chi vive nel cratere e vota a pensare bene e a valutare la
possibilità di mandarli ad Ancona, di mandare in Consiglio Regionale qualcuno
che li rappresenti sul serio.
Luca Craia