C’è una situazione esplosiva nel mondo, ad aggravare un quadro già
fortemente teso tra covid, economia compromessa e immigrazione incontrollata. La
Grecia e la Turchia sono di nuovo ai ferri corti, stavolta non per Cipro ma per
lo sfruttamento dei giacimenti nel mediterraneo. Intanto in Bielorussia c’è una
mezza rivoluzione e Putin minaccia, soprattutto l’Europa, di un intervento
militare qualora la UE si andasse a impicciare degli affari suoi.
Negli USA c’è la rivolta antirazzista proprio a ridosso delle elezioni,
Cina e America fanno la guerra commerciale, la Tunisia sta venendo in Italia
tutta in blocco e il nostro Ministro degli Esteri che fa? Se ne va in tour in Campania
per perorare la causa del sì al referendum costituzionale per ridurre il numero
dei parlamentari.
Capisco perfettamente che il referendum può essere l’ultima spiaggia del
Movimento 5 Stelle e quasi sicuramente lo sarà per la carriera politica di Di
Maio, visto che una vittoria dei no sbriciolerebbe quello che rimane del
grillismo nelle sue forme più primitive e antidemocratiche, ma disinteressarsi
del proprio dicastero e della situazione mondiale proprio in questo momento è
da irresponsabili. Nulla che non ci aspettassimo da Di Maio, comunque.
Luca Craia