Il ponte sullo
stretto è una costante degli ultimi governi, un indicatore del livello di fuffa
che abita la mente di chi decide per conto nostro. Ogni volta che un governo è
in difficoltà con la propaganda, tira fuori il ponte sullo stretto di Messina,
ognuno con la sua ricetta, nella piena consapevolezza di stare raccontando una
fregnaccia. Un ponte ciclabile, è l’ultima trovata con l’eco pneumatico del
vuoto mentale di ministri che sanno benissimo che l’Italia ha bisogno di
infrastrutture, ma le trovano in queste baggianate.
Le nostre strade
sono una catastrofe: stanno diventando tutte impercorribili, tra buche, asfalto
liso, assenza o fatiscenza della segnaletica, mancanza o inadeguatezza dei
presidi di sicurezza. Nelle Marche facciamo pubblicità (tra l’altro con uno
spot orribile) per far venire i turisti e poi li mandiamo al massacro su strade
dove manca persino la banchina. Le
autostrade mancano di manutenzione seria, non c’è una programmazione per gli
interventi, si creano cantieri senza calcolare il disagio che creano. In più
sono inadeguate alla mole del traffico e assolutamente non sicure. Mancano vie
di comunicazione fondamentali nel cuore del Paese, i centri produttivi soffrono
sempre di più della carenza di infrastrutture viarie e noi parliamo ancora di
ponti sullo stretto. Ben venga il ponte sullo stretto, se inserito in un progetto
globale di adeguamento della rete viaria nella sua interezza. Altrimenti, come
dicevo, è solo fuffa.
Luca Craia