D’estate vado a lavorare più
tardi delle 7.00 in cui lascio casa quando la scuola è aperta. Stamattina, alle
8.30, Montegranaro era deserta. Alle 8.30, a Montegranaro, la norma vorrebbe
che ci sia il caos, un traffico intasatissimo, macchine che si incrociano,
gente che ha fretta. Stamattina no, ma non solo stamattina, è da un po’ che è
così, evolvendosi verso una situazione che ricorda la settimana di ferragosto
quando, come diceva nonno, puoi girare nudo che tanto non se ne accorge nessuno.
Non
ho indicatori economici aggiornati su Montegranaro, gli ultimi che ho visto,
però, erano poco incoraggianti. In ogni caso, l’immagine delle strade di
Montegranaro deserte, alle 8.30 di mattina, mi pare un indicatore attendibile.
Come è attendibile vedere le auto parcheggiate immobili ovunque; vicino casa
mia, a quell’ora, non dovrebbe starci nemmeno una macchina, invece stavano
tutte lì. Gli indicatori economici arriveranno, ma intanto io direi che
dovremmo riflettere su questi, di dati.
E mi
pare che, chi dovrebbe rifletterci, non lo faccia. Mi pare che la politica
cittadina sia impegnata in ben altre cose, più che altro a trovare un pretesto
per attaccarsi una medaglietta, per far vedere quante belle iniziative
prendiamo, quanto siamo bravi. Comunicati stampa sul nulla, soldi buttati qua e
là senza programmazione, anche qualche iniziativa buona, ma da tempi di vacche
grasse. Questi non sono tempi di vacche grasse, le vacche ce le siamo mangiate,
non ci sono più. Non servono i bonus per andare a farsi i capelli, serve
ripensare il paese, la sua economia, la sua società.
A Montegranaro, tra breve, si ridurrà talmente
tanto la popolazione che avremo problemi enormi a livello urbanistico, con case
abbandonate e in deperimento, capannoni industriali deserti, spazi vuoti
che si colmeranno di problemi. Avremo problemi sociali gravissimi, perché la
popolazione produttiva andrà altrove e resterà quella improduttiva, quella che
vive ai margini, che campa di cose poco pulite. Tra breve non potremo più
permetterci non solo i bellissimi murales che caratterizzano questa amministrazione,
non solo le fontane di Basso abbandonate al loro destino, non solo i palasport,
le squadre di basket o di calcio o di freccette, tra poco non potremo più
permetterci nemmeno la manutenzione minima.
Di tutto questo nessuno sembra curarsi, sembra
che il problema non sia nostro. Sembra che chi guida le sorti di questo paese
viva in un mondo ovattato, distante, dove giungono sì e no gli eco di quanto
accade per le strade e le piazze. Servono progetti e ci propinano foto sui
social. Aspettiamo gli indicatori economici, ma le strade deserte alle 8.30 di
mattina dovrebbero preoccupare anche loro, non solo me.
Luca Craia