Nel 2014 fecero cadere Gismondi. Dopo pochi
mesi, presentarono una lista con nessuna chance di vittoria che sottrasse voti
alla lista di centro-destra e fece vincere la coalizione guidata da Ediana
Mancini. Nel 2019 il copione tornò in scena, con altri attori ma con gli stessi
registi: lista civetta e vittoria della Mancini un’altra volta. Nel 2020, alle elezioni
regionali, la loro sezione appoggiava il candidato di Porto Sant’Elpidio anziché
Mauro Lucentini, montegranarese. E ora arriva il segretario provinciale di
Fratelli d’Italia a dare gli ultimatum: o siamo della partita o facciamo (ancora
una volta) una lista senza chance ma che potrebbe far rivincere il PD. C’è
ancora qualcosa da dire a proposito degli interessi di Montegranaro?
Sì. A Montegranaro abbiamo bisogno di aria nuova, mentre non abbiamo bisogno dei vecchi giochetti della politica e, soprattutto, non abbiamo bisogno che personaggi che poco sanno e a cui poco importa delle nostre cose vengano a dirci cosa fare o a lanciare ultimatum. È una politica stantia, quella che ci viene proposta, un meccanismo di spartizione del potere che, francamente, a me dà la nausea. Ci serve qualcosa di più, ci servono persone innamorate del paese, della sua storia, della sua tradizione, persone che abbiano un progetto per il futuro e non la preoccupazione di come spartire le poltrone.
L’alternativa al PD, che ha vinto le ultime due tornate, può vincere solo se arriva da una spinta fortemente civica e radicata nella società civile, nell’associazionismo, nel volontariato, nella migliore imprenditoria. Altrimenti siamo alle solite e, francamente, delle solite io, ma penso anche moltissimi altri, abbiamo le tasche piene. Siamo in una fase più che embrionale, c’è ancora tutto da fare. Speriamo che si parta da qui, dal paese, dalla sua gente, e non dagli interessi di questo o quel partito. A Montegranaro non servono le indicazioni delle segreterie territoriali, serve l’impegno della gente. E l’amore per il paese.
Luca Craia
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