L’affaire Beverati non è chiaro per niente. Né aiutano a chiarire le scarne comunicazioni che arrivano da una parte e dall’altra, anzi, semmai contribuiscono a far sembrare il tutto piuttosto surreale, inspiegabile, come se l’iniziativa del Sindaco di Montegranaro di cacciare dalla Giunta l’assessore Beverati, il più votato e il più longevo politicamente, quello che, quando ha iniziato a fare politica, il resto dei suoi ex colleghi ancora giocava con bamboline e macchinette, sia stata dettata più da un impulso irrazionale che da un ragionamento politico. E questo preoccupa, perché se chi governa prende iniziative anche molto pesanti, con conseguenze importanti per tutta la collettività, sulla base di un impulso, di un fatto istintivo, non c’è molto da stare tranquilli.
Quello che però risulta chiaro, almeno stando alle parole di chi è intervenuto sulla vicenda, ossia il Segretario del PD nonché Presidente del Consiglio Comunale, Laura Latini (che forse nel 90, quando Beverati iniziò la sua carriera politica, manco era nata) e l’assessore all’ambiente e al commercio Roberto Basso (che forse era nato, nel 90, ma probabilmente ancora mangiava pappine), è che il Giunta non si parlano.
È un sospetto che abbiamo sempre avuto, suffragato da reiterate denunce in tal senso dalla minoranza, e ora arriva una sostanziale conferma data dal fatto che, sempre stando alle dichiarazioni uscite sulla stampa nei giorni scorsi, tutti cadono dalle nuvole, tutti sembrano indicare Ediana Mancini come unico responsabile di questa situazione, anche se giustificata da motivazioni che, francamente, fanno rabbrividire. Incomunicabilità, quindi, ma anche un fare del Sindaco piuttosto dispotico, certamente lecito, ma scarsamente partecipativo e inclusivo, un termine che piace molto in questi tempi. Se una decisione così importante come quella di esautorare un membro della Giunta viene presa personalmente dal Sindaco senza consultarsi con la sua maggioranza, c’è da chiedersi quante decisioni prese da questa Amministrazione Comunale siano state condivise, quante siano frutto solo di atti istintivi del Sindaco. E questo spiegherebbe tante cose.
Ma non solo: se il Sindaco fosse così autoreferenziale come sembra, anzi, autocratico, tanto da non sentire il bisogno di confrontarsi con i suoi più stretti collaboratori politici, è facile immaginare quanto poco interesse possa avere nell’ascoltare le istanze dei cittadini che, infatti, puntualmente rimangono disattese.
Non ne esce bene da questa vicenda, Edi Mancini, e non ne esce bene nessuno nella Giunta, nemmeno Beverati. Perché se la situazione fosse davvero questa, c’è da domandarsi con quale democraticità si è governato fino a oggi e perché tutti, dai membri del PD che esprimono il Sindaco a quelli civici che dovrebbero avere una prospettiva più laica, abbiano accettato il ruolo di comprimari quando non di comparse in un modo di governare che, ripeto, sarà anche lecito ma democratico lo è davvero poco. E sono quasi sette anni che governano insieme.
Luca Craia
Nessun commento:
Posta un commento