Non mi sembra un regalo, quello di cui parlano l’ex Sindaco e l’ex sindaco-ombra di Montegranaro in un comunicato trionfalistico apparso su alcuni notiziari nei giorni scorsi a proposito del bando per la cessione delle aree delle zone industriali del Chienti e della Mezzina pubblicato poco prima dal tribunale di Bergamo. Non è un regalo perché è soltanto la soluzione di un iter iniziato anni fa e portato avanti negli anni da tutte le amministrazioni interessate, compresa quella Mancini ma anche quella Gismondi. È un fallimento, e come tale richiede un tempo burocratico infinito che sta arrivando a termine ma che ancora non è finito.
Infatti, nonostante Ediana Mancini e Aronne Perugini dichiarino che la vicenda si sia conclusa con questo bando della curatela, in realtà c’è da vedere se poi la vendita avverrà in tempi brevi, cosa per niente scontata, vista la situazione economica e la vastità del lotto. Molto probabilmente ci sarà da attendere ancora, che le aste vadano deserte e che si arrivi alla contrattazione privata con gli eventuali acquirenti. Vedremo.
Rimane il fatto che non c’è nessuno regalo, anzi, per giungere a questo il Comune di Montegranaro, e di conseguenza i cittadini, ha dovuto compiere grandi sacrifici anche economici, basti pensare alle retrocessioni da aree edificabili ad agricole che hanno certamente impoverito le casse comunali. Era comunque un atto imprescindibile per portare a termine l’operazione, atto di cui sbagli l’ex Sindaco a rivendicare la piena paternità dimenticando la collegialità della sua giunta e il fatto che il tutto è stato approvato all’unanimità dal Consiglio Comunale. Quindi se un regalo c’è, bisogna ringraziare eventualmente anche la parte di Giunta che non più nelle grazie dell’ex Sindaco e l’opposizione che ha lavorato costruttivamente. Insomma, nessuno regalo e nessuna paternità. Solo un po’ di propaganda.
Luca Craia
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