Nonna Peppina ce la ricordiamo tutti. È stata uno dei protagonisti del periodo in cui il terremoto che ha distrutto mezzo centro-Italia faceva ancora notizia, prima di cadere nell’oblio. Un protagonista triste, se vogliamo, per la sua vicenda allegorica di come la burocrazia mista alla cattiveria della gente riescano a essere micidiali: cacciata dalla sua casetta realizzata sul proprio terreno con fondi propri, a causa della delazione, dell’invidia, della stupidità e della cattiveria che vanno a confluire nella cecità di chi applica la legge senza umanità.
Oggi Nonna Peppina torna a far parlare di sé ancora una volta come simbolo, stavolta positivo, portando speranza in un momento in cui ce n’è particolarmente bisogno. Sono iniziati i lavori di ricostruzione della sua casa di Fiastra, distrutta dal terremoto del 2016. Ha 98 anni, Peppina, ma ha ancora la speranza di tornare nelle mura amiche di quella che è stata sempre la sua casa, che ha visto crescere la sua famiglie e lei invecchiare. E la sua speranza pare essere quella di molti, per quanto mortificata e annichilita da tanti, troppi fattori. Ma di questo non voglio parlare. Oggi voglio gioire con la vecchina di Fiastra e unirmi alla sua speranza di vederla di nuovo a casa, casa sua.
Luca Craia
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