Credo che il primo pensiero, nella crisi che ha investito l’ospedale di Fermo, vada ai degenti, a quelli che erano lì per ben altri motivi e si sono ritrovati infettati dal Covid. Sono cose che possono capitare, che sarebbe meglio non capitassero, ma che capitano purtroppo. L’augurio è che tutto si risolva rapidamente, anche grazie alla professionalità del personale medico e paramedico. Anche a questi ultimi vada grande solidarietà e un forte incoraggiamento perché anche questa avversità venga superata.
Non vorrei unirmi al coro delle polemiche, però due considerazioni andrebbero fatte, sono quasi obbligatorie, anche perché, facendole, forse riusciamo a imparare qualcosa dagli errori commessi. Che il Murri non potesse essere un ospedale Covid si è detto e ridetto, ma il problema, evidentemente, non è tanto in questo quanto nel fatto che il Murri è l’unico ospedale a servire la provincia di Fermo, fatta eccezione per Amandola che è un caso a sé e serve una comunità montana. Inutile sottolineare che ora, col Murri praticamente inutilizzabile, i cittadini del Fermano sono privi di un ospedale. Le responsabilità? Sono tante, sono enormi, e partono da lontano. E se è vero che anche l’attuale Governo Regionale non ha preso quelle decisioni coraggiose che ci si aspettava, è soprattutto vero che arriva dopo decenni in cui la sanità marchigiana è stata smantellata pezzo pezzo e certamente non per opera di Acquaroli.
Ma ci sono responsabilità anche a livello di comunità. Io, francamente, non me la sento di unirmi al coro di chi accusa il Popolo Italiano di non aver rispettato le norme sotto Natale e di aver contribuito alla diffusione del virus girando e incontrandosi nonostante le restrizioni. Ritengo però che, a fronte di una stragrande maggioranza di popolazione che ha rispettato le norme, ci sia una minoranza esigua me pericolosa che, vuoi per stupide convinzioni, vuoi per irresponsabilità oggettiva, se ne è fregato di tutto e, soprattutto, di tutti.
Ma questo avviene anche perché le norme sono poco chiare, si contraddicono, e chi le fa non ha il coraggio di andare fino in fondo. Consentire gli spostamenti a due persone, per fare un esempio, oltre a dare modo a chi avesse voluto farlo di muoversi due a due, ha dato la netta sensazione di una norma blanda, che si poteva superare, aggirare. E l’italiano è maestro in questo. Serve una guida più ferma e coraggiosa, che non litighi per due poltrone da sottosegretario per mesi nel bel mezzo del più grande disastro della storia recente.
E dare la colpa all’opposizione se le norme sono blande è meschino e truffaldino, perchè poi la gente ci crede. Chi governa e ha i numeri per farlo, si deve prendere la piena responsabilità anche di norme impopolari e rigide, altrimenti non ne usciamo. Se invece i numeri non li ha, si affretti a levarsi di torno. Il Popolo Italiano non può attendere i giochetti dei partiti. La gente muore mentre loro fanno i giochetti.
Luca Craia
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