domenica 9 maggio 2021

9 maggio 1978. L'inizio della fine.


Il 9 maggio 1978 i rivoluzionari farlocchi e vigliacchi con la bandiera rossa e la mitraglietta riconsegnarono all’Italia il corpo di Aldo Moro e un futuro che, da lì a pochi anni, sarebbe degenerato verso una politica fatta di arrivismi e incapacità. 43 anni fa, Rita Algranati, Barbara Balzerani, Anna Laura Braghetti, Germano Maccari, Alessio Casimirri, Alvaro Lojacono, Raimondo Etro, Adriana Faranda, Franco Bonisoli, Raffaele Fiore, Valerio Morucci, Prospero Gallinari, Bruno Seghetti, Mario Moretti uccisero l’Italia delle speranze, del prestigio internazionale, del progresso e la sostituirono con l’Italia delle marchette, degli arrampicatori sociali, dei dilettanti allo sbaraglio. 
Moro morì subito, l’Italia no, ma è partita da lì una lenta agonia di cui oggi assistiamo probabilmente al tragico epilogo. Dentro quella Renault 4 rossa c’era il nostro futuro, insanguinato e oltraggiato da ideologie distorte e interessi inconfessabili, c’era il destino di un popolo, giovane e non ancora completamente popolo, deviato verso il precipizio di una classe dirigente che, da lì a poco, avrebbe preso in mano il Paese per buttarlo di sotto. Segniamocela, questa data, perché è una data tragica, non solo per la fine disumana di un grande uomo, ma anche per quello che rappresenta: l’inizio del buio, che ancora non è finito. E la luce ancora non si vede. 


Luca Craia

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