Che il dirottamento di un aereo sia una cosa gravissima è fuor di dubbio. Ma che questo faccia di Roman Protasevich una sorta di emblema della democrazia è davvero ridicolo. Siamo di fronte a un regime, quello bielorusso, che di democratico ha pochino che però combatte un’opposizione di stampo neonazista, di cui Protasevich è degno rappresentante. Per questo motivo parlare di difesa della democrazia applicando sanzioni alla Bielorussia è fantascientifico.
La posizione dell’Europa ancora una volta è più un atto di sottomissione ai voleri del grande alleato americano, che sta combattendo diplomaticamente (ma non solo) una battaglia contro la Russia di Putin proprio sul terreno dello scontro politico in atto nella repubblica ex sovietica, piuttosto che un’autonoma scelta di campo. Intelligenza vorrebbe che l’Europa non lo scegliesse per niente il campo, visto che, tra le due parti, una è la padella e l’altra la brace.
Diplomaticamente sarebbe più che opportuna una posizione di grande neutralità, attendendo che le cose sviluppino per conto proprio. Questo in virtù del fatto che l’Europa, in realtà, non ha un’unità politica reale e non può per questo avere una politica estera che faccia unitariamente gli interessi di tutti gli Stati membri. Ma siccome in Europa il potere decisionale appartiene a un gruppetto di Nazioni ben allineate e molto poco interessate agli interessi politici e soprattutto economici degli altri Stati membri, ecco qua che scattano le sanzioni alla Bielorussia, sanzioni che inaspriscono i rapporti con la Russia e nulla di nuovo portano a quelli con gli USA. È solo in cagnolino che scodinzola al padrone. A stelle e strisce.
Luca Craia
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