I quarantenni e i cinquantenni marchigiani non si vogliono vaccinare. Almeno è questo quello che lascia pensare la percentuale di prenotazioni fin qui registrata, che si aggira tra il 30 e il 40% del numero complessivo della popolazione in quella fascia d’età. Sono numeri molto bassi che rischiano di depotenziare l’immunizzazione globale, su cui stiamo tutti facendo affidamento per poter uscire finalmente da questa situazione.
Io francamente non so il motivo per il quale la gente “di mezza età” si dimostri refrattaria alla vaccinazione. Eppure si tratta di gente matura, delle generazioni che occupano i ruoli chiave nell’economia e nella politica, le generazioni che reggono la società. Sono le generazioni che hanno da pagare il prezzo più alto per il protrarsi delle conseguenze della pandemia, in termini economici e sociali. Eppure rischiano di essere le generazioni che hanno rallentato il processo di ritorno alla normalità, che passa solo ed esclusivamente attraverso la vaccinazione di massa.
Francamente trovo ridicole le motivazioni contro il vaccino che ogni tanto mi tocca sentire, che suonano tutte più o meno come scusanti di un certo livello di infantilismo. E se si tratta di paura per gli effetti collaterali, peraltro rarissimi, credo che dovremmo avere ben più paura di altri mesi di attività chiuse, di coprifuoco e limitazioni della libertà in genere, che tanti danni hanno prodotto e stanno producendo a livello economico e, di conseguenza, anche sulla qualità della vita e sulla stessa salute.
Ne usciamo solo se ci immunizziamo, e ci immunizziamo solo attraverso la vaccinazione. Non vaccinarsi, procrastinare, trincerarsi dietro assurde motivazioni è profondamente irresponsabile, prima di tutto verso se stessi e i propri cari, ma ovviamente nei confronti della propria comunità e della società in cui si vive e in cui ognuno di noi è una cellula che deve essere sana per non ammalare tutto l’organismo.
Luca Craia
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