Probabilmente rimarranno stupiti, si chiederanno che hanno fatto di male, tutto sommato. Hanno solo aggirato una regola, lo hanno fatto per andare avanti, per non chiudere. E ci saranno quelli che li giustificano, che diranno che la colpa è delle norme, troppe, troppo rigide da rispettare, che un imprenditore è costretto a non rispettarle per campare. Poi, tra qualche tempo, ce ne scorderemo. Ci sarà un processo che condannerà e rimanderà a casa, tra attenuanti, sconti di pena, prescrizioni e libere interpretazioni della legge da parte del giudice.
E il problema, forse, è anche quello: la legge, le norme, il fatto di farle rispettare e di dare la giusta punizione a chi non lo fa. Che in Italia abbiamo un grosso problema culturale a rispettare le norme è assodato. C’è chi arriva a chiamarla “disobbedienza civile”, ma è semplice menefreghismo. Ne soffriamo da sempre e ci autoassolviamo continuamente. Lo facciamo tutti, dal politico negligente all’imprenditore, passando per il comune cittadino che, per esempio, parcheggia occupando il posto dei disabili o non raccoglie i bisogni del cane.
Il menefreghismo diffuso ha radici culturali ma ha anche ragioni legislative: non c’è la punizione adeguata, non c’è, come si dice, la certezza della pena. C’è invece la solidarietà sociale nei confronti di chi non rispetta le norme. Come i camorristi beneficiano delle rivolte solidali dei quartieri dove risiedono, la gente normale spesso viene compresa e giustificata da altra gente normale perché “fanno tutti così”, “lo Stato ti è nemico”, “le norme sono impossibili da rispettare”.
Che le norme a volte siano impossibili da rispettare è vero, ed è parte del problema. Un problema complesso che porta, appunto, al mancato rispetto delle regole, a partire da quelle semplici la cui non ottemperanza ha scarse conseguenze, per finire con quelle che, se non rispettate, si ammazza la gente.
Si ammazza la gente quando si tolgono i freni di emergenza alle funivie, quando si tolgono i sistemi di sicurezza alle macchine delle fabbriche, quando non di fa manutenzione ai ponti, ma anche quando non si ripara una buca per strada o si parcheggia la macchina in divieto di sosta e non si lascia passare l’ambulanza. Si ammazza la gente quando si fanno leggi confuse che si aggiungono a leggi confuse, quando si emettono sentenze basandosi sulla legge confusa che più si avvicina alla nostra ideologia politica, quando non si fanno controlli per non disturbare l’amico o l’amico dell’amico, quando si giustifica semplicemente chi non rispetta le norme, anche quelle confuse, anche quelle sbagliate. Le norme si rispettano, altrimenti si ammazza la gente. E in Italia ammazziamo la gente con troppa facilità.
Luca Craia
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