“Io ho fatto una proposta sui giovani. E poi, con serietà, ho parlato di come finanziarla. Ma vedo che si continua a parlare solo di patrimoni e successioni. Ne traggo la triste ennesima conferma che non siamo un paese per giovani. E non mollo”. Quando ho letto questo tweet non volevo crederci. Perché mi pare che Draghi sia stato chiaro e abbia riportato la discussione nei giusti binari: il Paese oggi ha bisogno di ripartire, le famiglie hanno bisogno di liquidità, la gente ha bisogno di avere soldi in mano, soldi da spendere, soldi che facciano ricominciare a girare l’economia.
Letta, nella sua ansia comprensibile ma mal direzionata per le sorti dei nostri giovani, ancora una volta ragiona da veterocomunista, e si fa sfuggire un concetto fondamentale che ormai le sinistre di tutto il mondo hanno compreso: la proprietà privata non è un crimine. Nella sua idea di andare a colpire le successioni dei capitali immobiliari c’è tutta l’essenza del vecchio comunismo, quello che vedeva nel capitalismo e quindi nel capitale una colpa da punire.
Manca anche di senso pratico, Letta, e dimostra di vivere su un altro pianeta non sapendo che spesso un’eredità immobiliare ti casca addosso e non è detto, anzi, non succede quasi mai che l’erede abbia la disponibilità finanziaria per pagare una tassa di successione che, per quanto finalizzata al bene, diventa per questo iniqua e ingiustamente punitiva. La successione di un capitale immobiliare, in questo mondo, diventerebbe una specie di disgrazia e pochissimi potrebbero permettersi di pagare la tassa, bloccando di fatto un grosso volume di capitali.
Parlare di patrimoniale si può, non è un tabù, ma non è questo il momento e, soprattutto, non è questo il settore economico su cui andare a intervenire. Penso piuttosto alle rendite finanziarie, agli enormi capitali che si muovono attraverso il mercato dei titoli e che, quelli sì, presuppongono la liquidità necessaria per essere tassati proficuamente senza danneggiare il contribuente. Ma la sinistra, di rendite finanziarie non parla mai. Chissà perché. Non sarà roba per giovani.
Luca Craia
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