Non ascoltiamo le note della Banda Omero Ruggieri da un anno. L’ultima esibizione è stata quella della serata di inaugurazione dell’ultimo Veregra Street Festival, poi l’emergenza sanitaria ha costretto tutti, compreso il corpo bandistico montegranarese, a fermare ogni attività. Ed è stato un anno duro, quello fin qui trascorso. Lo è stato per tutti, ma per una banda composta da giovani il non poter suonare, ritrovarsi, provare l’ensemble produce grande sofferenza. Chi suona sa il piacere che dà suonare insieme, e questo piacere fa da collante, solidifica i rapporti e migliora le esibizioni. Ma ora si riprende, con la Festa della Repubblica, il 2 giugno. La Banda suonerà il piazza Mazzini alle 18 per la cerimonia presso il Monumento ai Caduti.
In effetti qualche difficoltà la Banda Omero Ruggieri la sta affrontando. CI sono le defezioni fisiologiche, ragazzi che crescono con il gruppo ma che poi, diventati grandi, per motivi di studio o di lavoro, si trovano impossibilitati a proseguire il percorso intrapreso. Ci sono le difficoltà tipiche di ogni iniziativa culturale. Ci sono le particolarità di un paese, Montegranaro, in cui nulla è semplice, men che mai i rapporti all’interno di un’associazione complessa come questa. Ma più di tutto il fermo obbligatorio ha privato la Banda dello sprint necessario per sentirsi uniti e per cercare il ricambio per chi se ne va.
Il Presidente, Armando Mariani, è una persona che ha sempre ragionato per obiettivi, e chi lo conosce sa che non molla fino all’ultimo. Sta tenendo duro e sta provando di tutto per andare avanti e far continuare a crescere la banda montegranarese. C’è, come sempre, bisogno dell’aiuto di tutti, della cittadinanza che deve essere vicina e sentire propria questa bellissima realtà, e delle istituzioni che non devono far mancare il loro sostegno.
Si torna a suonare, dicevo, ed è un bene. È un ritorno alla normalità, un ritorno a esibirsi e fare quello che una banda deve fare. Speriamo sia un nuovo inizio, dopo la pandemia, per ripartire a tutta velocità e diventare ancora più grandi.
Luca Craia
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