Non ha nemmeno un volto, Mohamed Ibrahim, il venticinquenne bengalese ucciso a Torino. Gli hanno staccato la testa e a farlo pare sia stato un suo connazionale. Una storia che, per certi versi, somiglia molto a quella della giovane pakistana uccisa dai familiari. Il giovane lavapiatti, infatti, pare sia stato decapitato da un altro Bengalese con un macabro rituale che ne ha oltraggiato il corpo. Ci sono anche ipotesi sul movente che somigliano al caso di cui sopra, ma non è di quello che volevo parlare.
Mi interessa, invece, puntare l'attenzione sul fatto che la vittima non abbia nemmeno un volto. Non si trovano sue foto, si fa anche fatica a trovare sulla stampa articoli attendibili che raccontino la vicenda. I telegiornali non ne parlano e per i notiziari online la notizia sembra essere marginale. Io non so come interpretare questo atteggiamento della stampa italiana, è come se non si volesse aggiungere ulteriore clamore su una percezione delle culture straniere in Italia dopo il caso che ha scosso enormemente l'opinione pubblica e imbarazzato le stesse comunità straniere, ma soprattutto quella parte politica che ha fatto dell'integrazione a tutti i costi un cavallo di battaglia coi paraocchi.
Invece occorre che questi fatti siano noti e che il problema delle integrazioni culturali venga posto in discussione con tutte le sue implicazioni oggettive, senza nascondersi che devianze abominevoli come queste, per quanto non rappresentative, esistano e vadano affrontate. Facendo finta di nulla, nascondendo la faccia di Mohamed Ibrahim e relegando la sua tragica scomparsa tra le notizie di cui ci interessa poco, facciamo la politica dello struzzo e, soprattutto, un'informazione da Grande Fratello.
Luca Craia
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