Vi ricordate, tre anni fa, quando crollò il ponte Morandi a Genova, che improvvisamente tutti i ponti d’Italia erano diventati pericolosi? Come d’incanto, giornali, televisioni, social e tutta la comunicazione di massa si accorse che in Italia c’era un problema sulla manutenzione ordinaria delle infrastrutture. E, udite udite, questa cosa causava addirittura dei morti! E già, perché se crolla un ponte mentre ci passano le auto sopra, può anche capitare che dentro quelle auto ci siano delle persone; e, magari, schiantandosi di sotto da qualche decina di metri, potrebbe succedere di farsi male, a volte anche parecchio.
Ma l’ordinaria manutenzione che non c’è non riguarda solo i ponti che cadono, riguarda tutte le infrastrutture. Se, per esempio, su una strada l’asfalto è pieno di buche, potrebbe capitare che un incauto automobilista abbia l’idea di metterci una ruota dentro e perdere il controllo della propria macchina, magari andando di sotto, contro un albero o contro un’altra macchina, dove magari potrebbe capitare che ci siano altre persone dentro, hai visto mai.
La stessa manutenzione che non c’è riguarda l’adeguamento delle strade; perché le strade, se oggi vanno bene, potrebbe succedere che tra venti o trent’anni non lo vadano più, perchè aumenta il traffico, perché cambiano le condizioni d’uso. Così, per esempio, se negli anni ’80 un incrocio a raso su una strada a grande percorrenza poteva andare bene, oggi potrebbe causare un sacco di incidenti e pure qualche morto. Anche quella è mancanza di manutenzione.
Il ponte Morandi è caduto tre anni fa e, cadendo, ha ammazzato 43 persone. Nel frattempo i ponti continuano a cadere, per esempio è caduto un parapetto di un ponte a Randazzo il 21 ottobre scorso, oppure un ponte è venuto giù a La Spezia il 12 maggio scorso. I ponti continua a crollare, non è che dopo il crollo di Genova qualcuno ha fatto qualcosa, è rimasto tutto così: si è placata l’opinione pubblica, si è dimenticata della rabbia e della preoccupazione, ma i pericoli stanno ancora tutti lì.
Sulla Mezzina, in provincia di Fermo, ogni tanto ci scappa il morto. Ogni volta salgono le polemiche, la gente si arrabbia, la politica nicchia, spesso fa finta di nulla, si affida alla suddetta memoria corta e, infatti, la gente dopo un po’ si scorda e si placa. L’ultimo incidente mortale risale a pochi mesi fa. Io stesso mi sono fatto promotore di una petizione per chiedere interventi di messa in sicurezza di quella strada a cui sostanzialmente non fa nulla nessuno da trent’anni. Quasi 700 firme, ma non ha risposto nessuno.
Ieri, sulla Mezzina, nello stesso incrocio in cui è morta una donna poche settimane fa, altre due auto si sono scontrate violentemente. Non si sono fatti troppo male, è andata benino. Ma poteva andare peggio. Fosse andata peggio, ora saremmo tutti in agitazione. Fortunatamente è andata bene e possiamo stare tranquilli. Anche alla Provincia di Fermo possono stare tranquilli, e continuare a lasciare tutto come sta, tra buche che ti tolgono la macchina dalle mani e incroci in cui farsi il Segno della Croce prima di passare. Tanto la memoria della gente è corta un bel po’.
Luca Craia
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