Un paese è grande non quando ha confini molto estesi. Non è grande nemmeno quando è molto ricco e, se vogliamo, nemmeno quando è molto bello. Un paese è grande quando produce una comunità di grande qualità, che a sua volta produce grandi persone, persone che si fanno onore e fanno onore al paese da cui vengono, persone che costruiscono, che fanno bene. Il mio paese, Montegranaro, è stato molto ricco, è stato famoso nel mondo per la sua industria, è anche un paese bello, come stiamo dimostrando in questi giorni andandolo a scoprire nei suoi tesori più nascosti. Montegranaro è un grande paese, ma non lo è per questi motivi. Montegranaro è un grande paese perché ha prodotto da sempre grandi persone, segno che la sua comunità è composta nella sua struttura biologica di persone grandi.
Ed eccola là, la storia di questo
paese, una storia che dovremmo ricordare più spesso. È fatta di grandi uomini,
di alti prelati, di giuristi, di santi, di inventori di importanza
internazionale, di padri della patria e di grandi sportivi. Ricordiamo San
Serafino, venerato in tutto il mondo, il Cardinale Domenico Svampa, che ha
sfiorato il Soglio Pontificio, Giulioso Conventati, giurista e padre fondatore
dell’Università di Macerata, Serafino Marchionni, inventore del sistema stenografico
utilizzato in tutto il mondo per decenni, Giovanni Conti, uomo politico quando
la politica era un’arte nobile, padre della Patria e Vicepresidente dell’Assemblea
Costituente e, infine, Michele Gismondi, vicecampione del mondo, fedele
gregario di Fausto Coppi e atleta universalmente riconosciuto come uno dei più
grandi ciclisti di ogni tempo. E sicuramente qualcuno ho dimenticato.
Troppo spesso dimentichiamo la grandezza del nostro popolo, dei nostri concittadini, di noi stessi, rappresentata da queste cime che svettano da una montagna fatta da gente grande, dotata di buona volontà, onestà, laboriosità e molto spesso di un genio inspiegabile che appartiene geneticamente a questa comunità, dove forse per l’aria, forse pee la posizione, forse per una sorta di benedizione divina, la grandezza delle persone non cessa mai di rinnovarsi. Così è bello scoprire che un grande scrittore come Gino Cervi, filologo, saggista, sportivo di razza, quando parla delle Marche in un articolo sul periodico sportivo Alvento, si ricorda di Montegranaro e cita Michele Gismondi e suo nipote Gastone, nonché la stessa nipote del grandissimo Gino Bartali, Gioia che, guarda caso, è venuta a vivere proprio a Montegranaro.
Ce lo ricordano gli altri, quanto è grande Montegranaro. Impariamo a ricordarcelo da soli.
Luca Craia
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