martedì 21 dicembre 2021

Pd arroccato nonostante gli errori. È un male per la democrazia.

Hanno sbagliato tutto quello che si poteva sbagliare, a cominciare dalla cacciata di Beverati per finire con la campagna elettorale che ha condotto il Pd a una sonora sconfitta. In questi errori hanno creato conseguenze ovunque: hanno fatto commissariare il paese in piena pandemia, cosa che poi si è rivelata inaspettatamente meno dannosa del loro stesso governo ma che poteva avere effetti pesantissimi sulla comunità cittadina; hanno avvelenato il clima, i rapporti, il confronto e il dibattito spaccando il paese e la sua gente e creando un clima di uno contro tutti che sarà difficile da recuperare; hanno impostato la campagna elettorale sulle recriminazioni e sulle accuse, mettendo in scena quella che rimarrà probabilmente alla storia come la competizione più brutta che Montegranaro ricordi; hanno perso malamente e, come ricorda giustamente anche Mauro Lucentini, di conseguenza hanno perso anche la Provincia, facendo danni al loro stesso partito a livello territoriale.

E ciononostante sono ancora in sella. Il nuovo Direttivo sembra essere netta espressione del duo Perugini-Mancini, come se, invece di aver compiuto una lunghissima serie di errori gravissimi avessero condotto il partito a chissà quali vittorie. Un partito ridotto al lumicino persino sui social, dove le interazioni avvengono solo in una strettissima cerchia di fedelissimi. Zero le iniziative extra-consigliari, zero l’empatia con la cittadinanza, la comprensione dei problemi reali. E questo nonostante l’innesto di giovani elementi.

Mi preoccupa questa degenerazione di quello che una volta era il partito più forte a Montegranaro, quello del popolo e dei lavoratori. Questa distanza dalla gente, questo arroccamento su posizioni di partito che non hanno radicamento nella società produce inevitabilmente non solo un pessimo governo come quello che abbiamo visto all’opera per sette anni, ma anche un’opposizione sostanzialmente inefficace, che si asserraglia su battaglie sterili e fini a se stesse. Senza dimenticare la brutta abitudine dell’attacco alla persona piuttosto che sui temi. E questo non è affatto un bene per il processo democratico.

 

Luca Craia


 

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