Desidero spiegare, ancora una volta, una cosa elementare, che dovrebbero capire anche i somari, ma che alcuni si ostinano a non capire o a far finta di non capire. La pagina su cui siete in questo momento, L’Ape Ronza, non è la pagina di un giornale. Il mio blog, L’Ape Ronza, è un blog e non un giornale. Luca Craia, che sarei io, autore de L’Ape Ronza e responsabile unico della pagina Facebook chiamata L’Ape Ronza, non fa il giornalista, fa un altro mestiere. Potrei farlo, il giornalista, mi è stato anche chiesto più di una volta, e sono in possesso dei requisiti per iscrivermi all’ordine dei giornalisti. Ma non lo faccio, faccio un altro mestiere e, per passione, tengo un blog dove scrivo soltanto ed esattamente quel gran cavolo che mi pare, senza che nessuno mi possa dire cosa scrivere e cosa non scrivere.
In definitiva, tra Luca Craia e un qualsiasi utente dei social non c’è alcuna differenza nel momento in cui entrambi scrivono quello che gli pare. Luca Craia ha responsabilità solo verso se stesso e la legge. Per questo quando io scrivo una cosa sul blog o sulla pagina Facebook, quella cosa ha lo stesso identico valore di quella che scrive chiunque altro sui social o dove diavolo gli pare. Questo perché Luca Craia non rappresenta nessun altro che se stesso, come chiunque altro.
Se poi Luca Craia decide di dare delle informazioni, Luca Craia è libero di farlo perché Luca Craia fa il gran cavolo che gli pare. Se Luca Craia pubblica un comunicato stampa perché gli viene chiesto di farlo e decide di farlo, Luca Craia può farlo perché fa il gran cavolo che gli pare. Se poi qualcuno ritiene che mandare comunicati stampa a Luca Craia chiedendogli di pubblicarli sia sbagliato, rimane un problema suo, perché Luca Craia fa il gran cavolo che gli pare, e pure chi gli manda i comunicati che, tra l’altro, sugli spazi di Luca Craia vengono letti da qualche migliaio di persone. Se aquel qualcuno ritiene sbagliato che i suoi comunicati vengano letti da quelle migliaia di persone, non è una cosa che riguarda me.
Ricordo inoltre che un comunicato stampa ha un autore ben definito, e che Luca Craia li pubblica integralmente. Non ci vuole una laurea per capire che quello che è scritto nel comunicato non ricade nella responsabilità di Luca Craia bensì di chi lo ha scritto.
Concludo invitando tutti a rileggersi l’articolo 21 della Costituzione Italiana. Poi se qualcuno mi vuole chiamare dilettante, giornalaio, pennivendolo o qualsiasi altro appellativo la sua misera mente riesce a partorire, faccia pure: dimostra solo la profonda triste povertà di argomenti che ha a disposizione. Un caro saluto ai sedicenti democratici.
Luca Craia
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