Oggi è il Giorno della Memoria. Potrei fare come fanno in tanti, parlare in questo spazio pubblico dell’importanza di non dimenticare, della storia che deve essere magistra vitae, della crudeltà umana mai pacata, potrei farvi uno discorso toccante sulle implicazioni morali del ricordo che celebriamo in questo giorno, e sulla necessità che le vittime della barbarie umane siano di monito per tutti noi anche nella nostra quotidianità, nel nostro modo di pensare, nel nostro modo di educare i figli. Ma sono sinceramente molto arrabbiato oggi, perché sono anni che celebriamo le vittime dell’Olocausto e ancora vediamo l’antisemitismo vivo e vegeto riprodursi in nuove forme, mascherato da antisionismo, camuffato di umanità e solidarietà verso un popolo piuttosto che un altro in scelte del tutto arbitrarie, antistoriche, di comodo.
Siamo nel 2022, l’Olocausto è avvenuto circa ottant’anni fa, e ancora c’è gente che aggredisce un ragazzino perché ebreo, ragazzi che praticano la violenza antisemita perché sicuramente l’hanno imparata a casa o nelle proprie frequentazioni, segno evidente di una cultura perversa che non muore ma muta come un virus e continua a nuocere. Vedo la stupidità e l’ignoranza di chi usa la Stella di David come simbolo di cose che con la sofferenza del Popolo Ebreo non hanno nulla a che fare e paragonarle è di per sé un abominio. Vedo l’idiozia di teorie complottistiche che continuano, come nei Protocolli di Sion, a imputare agli Ebrei ogni male del mondo soffiando sul fuoco della discriminazione più disumana che la storia e l’uomo abbiano mai prodotto.
Sono arrabbiato, perché sembra che la storia e decenni di celebrazioni della storia non abbiano cambiato nulla se non in superficie, e che dietro alla condivisione del ricordo troppo spesso c’è l’ipocrisia di chi poi continua a inventare nuove strumentalizzazioni e ad alimenta un odio antico di millenni, un odio immotivato, la più grande manifestazione del male nel mondo nei secoli.
Io non sono ebreo, ma oggi mi sento ebreo, e mi ci sento ogni volta che vedo come il razzismo vero, quello che produce effetti reali e non la fuffa propagandistica di questi giorni, è ancora vivo, ben nascosto nelle ipocrisie dei buonisti, nella cultura deculturalizzata, nei ragionamenti strampalati e pilotati, nelle teste bacate dal male e dal Maligno di chi ancora oggi pratica l’antisemitismo. Perché l’antisemitismo è un insulto all’uomo e all’umanità. E non ce lo leviamo di torno con una giornata di celebrazioni e qualche parola di circostanza. Serve il sapere, serve la conoscenza della storia, serve la cultura, serve la scuola che stanno invece smontando pezzo pezzo producendo generazioni sempre più ignoranti e, in quanto tali, pericolose. Questo dobbiamo ricordare oggi: l’ignoranza che diventa terreno fertile per il male. E quello dobbiamo combattere: l’ignoranza.
Luca Craia
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