E così, come prevedibile e previsto, tanto che lo stesso Presidente della Regione, Francesco Acquaroli, lo aveva detto con anticipo di una decina di giorni, le Marche passeranno da lunedì in zona arancione. Non cambia quasi niente, in realtà, almeno per chi ha il cosiddetto super green pass. Però l’effetto psicologico potrebbe essere duro da mandare giù, anche perché le ultime notizie, almeno a livello nazionale, sembravano confortanti. E in effetti lo sono, ma rimanendo ancora in vigore la vecchia normativa coi colori, questo passaggio rimane obbligatorio.
Obbligatorio ma fondamentalmente inutile, anche secondo Acquaroli che definisce la misura “superata”. “La Regione non ha alcun potere di intervento rispetto a questa misura che, anche se prevedibile da oltre un mese, ritengo ormai essere superata rispetto alla fase attuale della pandemia”. In effetti sarebbe ora di mettere a frutto lo sforzo fatto dalla stragrande maggioranza degli Italiani di vaccinarsi, e fare in modo che questo sforzo ci fornisca un graduale ma sensibile ritorno alla normalità.
Normalità di cui c’è un gran bisogno. Dicevo prima dell’effetto psicologico delle restrizioni o anche solo dell’idea delle restrizioni, ma ci sono effetti terribili anche sull’economia, su quella piccola economia di cui l’Italia in gran parte vive, fatta di attività commerciali e piccole imprese produttive che stanno soffrendo ormai da oltre due anni e che non possono resistere ancora a lungo. Abbiamo tutti un gran bisogno di normalità, ma da un punto di vista economico, se questa normalità non ci viene restituita presto, moriremo prima di stenti che di covid.
Luca Craia
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