Intendiamoci: fossi stato uno studente (pagherei per essere ancora uno studente) avrei protestato anch’io, perchè gli studenti quello fanno, protestano. Protestano perché a quell’età si protesta per tutto, si vuole cambiare tutto, quello che fanno gli adulti è tutto sbagliato, e protestano anche per autotutelarsi, per proteggere un vantaggio acquisito, per quanto sbagliato o dannoso che sia. Capisco meno i professori che si sono schierati dalla loro parte, il Consiglio Superiore (a questo punto, superiore a che?) della Pubblica Istruzione che boccia la modifica all’esame di maturità ha tutta l’aria di quei lavoratori lavativi che le cercano tutte pur di lavorare meno.
Perché, vedete, se uno ha studiato, non vedo che problema possa avere a fare uno, due o dieci prove scritte. Hai studiato e lo dimostri. Capisco che saperlo a pochi mesi dalla prova d’esame sia fonte di stress, ma la vita delle persone mature è piena di fonti di stress, ce ne sono ogni giorno, più volte a giorno, prima, dopo e durante i pasti. E stiamo parlando dell’esame di maturità, fate voi.
Mi pare di vedere quale sia il problema, che poi è il problema generale della scuola: gli adulti abdicano di fronte ai giovani, li lasciano fare, li rendono intoccabili anche nei loro capricci da giovani. Dopo aver lasciato invadere la scuola dalle famiglie che hanno esautorato di autorità il corpo insegnante, ora è lo stesso corpo insegnate, forse assuefatto a questo nuovo ruolo semi-passivo, ad arrendersi assecondando il volere dei pargoli. Intanto la scuola perde di importanza educativa e di efficacia formativa. Del resto, che siamo tutti un po’ più ignoranti è un bene per le classi dirigenti, perché a un ignorante puoi far credere qualsiasi cosa, persino che ti iniettino un microchip col vaccino.
Luca Craia
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